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A Giarre si intitola una via ad Antonino Garufi, partigiano e deportato

Il 25 Aprile, Festa della liberazione, a Giarre si celebra con un momento importante e significativo con l’intitolazione di una via ad Antonino Garufi, giarrese, partigiano e deportato in Germania nei campi di concentramento da prigioniero politico e in tal modo si tiene viva la memoria di un uomo nobile e illustre che fu detenuto e rischiò di morire nei campi di concentramento nazisti.

Antonino Garufi

Nel 1944 Garufi ,il quale proveniva da una famiglia umile e di formazione socialista, ebbe la fortuna per quell’ epoca di arruolarsi nei carabinieri, però si trovò in Friuli dopo l’8 settembre e come tanti italiani fu costretto a scegliere tra gli occupanti tedeschi e le pattuglie partigiane. Decise di fare parte delle Brigate Partigiane Osoppo rifiutando di aderire alla Repubblica Sociale di Salò. Venne arrestato e deportato in Germania ed iniziò per il giovane una drammatica e terribile esperienza nei luoghi di morte di milioni di uomini, vedendo gli orrori e subendo le privazioni, l’immenso angoscioso dolore di chi viveva appeso ad un filo tra la vita e la morte. Oggi la memoria di questa vicenda umana non va dispersa in modo da  lasciare ai posteri perennemente accesa la luce della speranza di pace, giustizia e libertà.
Antonio Garufi si trovò a fianco di uomini che non tornarono più a casa, in una condizione di umiliazioni e traumi che poi ritornando tra i “salvati” riuscirà a descrivere nei suoi appunti.
Dopo la liberazione degli alleati dal campo in cui era detenuto, con il ritorno a casa ha avuto la forza, la volontà e l’intelligenza di scrivere tutto quel che aveva visto e patito in ogni momento della sua permanenza in quei luoghi di schiavitù descrivendo quel che subì con la semplicità, la spontaneità e la crudezza di un’esperienza che lascia ferite fisiche e interiori indelebili.
Garufi ha scritto a penna con grafia minuta su fogli le sue memorie di recluso e scrisse un libro, che prese il titolo di “Diario di un deportato: da Dachau a Buchenwald comando Ohrdruf”, venne pubblicato nel 1990 e venne curato da due docenti universitari , il prof. Nino Recupero e il prof. Felice Rappazzo, che hanno sostanzialmente rispettato e riportato e fedelmente il manoscritto redatto dal Garufi.

Il libro di memorie scritto da Antonino Garufi


Questa pubblicazione è un documento di grande valore storico, civile e umano per l’originalità dello stile che provoca struggente emozione per i contenuti che sono espressi.
Oggi, a distanza di tanti anni, quest’opera andrebbe senz’altro ristampata, non essendoci più copie disponibili, in quanto la casa editrice è ormai disciolta, poiché è uno straordinario documento utile a non disperdere e dissolvere una memoria preziosa sulla terribile e mostruosa vita nei lager. Infatti è un diario della vita giornaliera asciutto, reale, senza velo di retorica,uno scritto veritiero e oggettivo della condizione di degrado umano in cui erano tenuti i prigionieri e di cui, con una dose di naturale fierezza e dignità, l’ex partigiano rievoca tutti gli aspetti della vita giornaliera.Questa vibrante narrazione risulta con estremo rigore dei fatti laddove descritti tutti i momenti e i dettagli dell’ universo del lager e in cui appare  evidente che il compito dei carnefici era quello di annientare la personalità dei prigionieri per poi eliminarli fisicamente. Garufi ha riportato quel che accadeva intorno a lui nella realtà “dei sommersi”, dove nonostante le privazioni e la degradazione umana si riesce a farcela e a sopravvivere anche in situazioni infernali. Un testo da leggere, di grande valore etico e morale, che bisogna diffondere nelle scuole e tra le giovani generazioni per debellare la cultura dell’odio e per sconfiggere la violenza fisica e verbale. E perché la memoria va difesa e diffusa proprio come una ricchezza che ci aiuta a vivere.
L’ex deportato tornato a casa lavorò infatti nel campo dell’edilizia per finire poi come bigliettaio nei servizi di linea locale anche se tentò di rientrare nei carabinieri, tuttavia avere scelto la resistenza partigiana non gli giovò, e inoltre ebbe dei danni fisici con ferite subite ad una gamba, questi due elementi indicati gli impediranno di riprendere servizio nell’Arma. L’evento è organizzato da Comune di Giarre e vedrà la presenza del sindaco Leo Cantarella e dell’Assessore alla Toponomastica e alla Cultura,Tania Spitaleri, che ha proposto l’atto di intitolazione della via cittadina. Saranno presenti autorità civili e militari, nonchè una delegazione dell’Anpi, della Fondazione Gramsci,della Società Giarrese di Storia Patria e della Fidapa di Giarre Riposto.

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Docente di Scuola primaria con un ottimo curriculum professionale. Nel corso della sua oltre trentennale carriera ha avuto numerosi ruoli tra cui un incarico di vicaria in un Istituto scolastico e numerose responsabilità di progetti nell’ambito didattico ed educativo. Nella sua lunga esperienza professionale ha perfezionato la cura di un testo scritto oltre la lettura attenta intesa a verificare la correttezza di ortografia, grammatica, sintassi, nonché l’organizzazione strutturale del testo e la sua coerenza interna, l’adeguatezza dello stile, l’esattezza e la rispondenza alla realtà delle asserzioni scientifiche, storiche. Possiede naturali doti di empatia e di leadership nei gruppi umani.

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