24 Marzo 1944: l’orrore del massacro nazifascista alle Fosse Ardeatine

L’eccidio delle Fosse Ardeatine è stata una rappresaglia tra le più orrende e terribili commesse dai tedeschi a Roma durante l’occupazione in Italia e fu ordinata dopo l’attentato di via Rasella, il 23 marzo 1944, organizzato dai Gruppi di Azione Patriottica (unità partigiane del Partito Comunista Italiano), che avevano posto un ordigno esploso al passaggio di un reparto delle forze d’occupazione tedesche.
L’azione ordinata da Giorgio Amendola e compiuta da una dozzina di gappisti (tra cui Carlo Salinari, Franco Calamandrei , Rosario Bentivegna e Carla Capponi) portò alla morte di trentatré soldati tedeschi e di due civili italiani, mentre altre quattro persone caddero sotto il fuoco di reazione tedesco.
Il giorno successivo iniziò la rappresaglia con l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri che non erano coinvolti nell’azione gappista, tra cui anche dieci civili rastrellati vicino via Rasella.

La storiografia si è divisa su tutte queste vicende essendoci stata una lunga appendice processuale a livello interno e internazionale sulla legittimità dell’attentato, tuttavia la rappresaglia non può certamente essere giustificata e non si potrà mai dimenticare la feroce ritorsione tedesca che portò alla fucilazione di 10 prigionieri italiani per ogni tedesco ucciso.
Infatti la convezione dell’Aia del 1909 impediva di uccidere per ritorsione e l’eccidio delle Fosse Ardeatine di 335 tra civili e militari trucidati a Roma il 24 Marzo del 1944 rappresenta uno dei fatti più gravi della seconda guerra mondiale in Italia. Tale eccidio risulta ancora più orrendo poiché è stato concordato con le autorità politiche della Repubblica Sociale guidata da Benito Mussolini.
In tal modo le Fosse Ardeatine divenne uno degli eventi più gravi della ferocia della Gestapo e bisogna ricordare anche vennero uccisi 75 ebrei arrestati per motivi razziali.
Le fucilazioni sono state portate a compimento dallo spietato Herbert Kappler, comandante della Gestapo a Roma, morto nel 1978.

Le Fosse Ardeatine erano antiche cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina, scelte appunto come luogo dell’esecuzione in modo da occultare i cadaveri degli uccisi.
Nel dopoguerra sono state trasformate in un luogo di memoria come monumento nazionale.