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Mandato d’arresto internazionale per Putin

La Corte Penale Internazionale ha emesso mandato d’arresto contro il Presidente russo Vladimir Putin e contro la Commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino Maria Alekseyevna Lvova-Belova. L’accusa è quella relativa alla responsabilità per i crimini di guerra e di deportazione illegale di bambini dall’Ucraina alla Russia. Il presidente Piotr Hofmanski , Presidente della Corte Penale Internazionale (nda CPI), ha affermato che “la Corte ha compiuto il proprio lavoro e l’esecuzione del mandato d’arresto dipende esclusivamente dalla collaborazione internazionale”. Da parte del Cremlino non si sono fatte attendere le reazioni sulla pronuncia della CPI. Il portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova ha infatti affermato che “le decisioni della Corte Penale Internazionale non hanno alcun significato per la Russia, nemmeno dal punto di vista legale”. Andando effettivamente ad analizzare quella che è la situazione da un punto di vista strettamente giuridico, ed in particolar modo dal punto di vista del diritto internazionale a cui la Corte Penale è legata, per perseguire un reato di aggressione nei confronti di un determinato soggetto è necessario che entrambi gli Stati tra cui si instaura la controversia, riconoscano la giurisdizione della Corte Penale dell’Aia. La Russia non avendo riconosciuto tale autorità giurisdizionale, non può essere soggetto a cui si indirizza il potere giurisdizionale della Corte. Aldilà della questione meramente giuridica, tale pronuncia ha una rilevanza notevole da un punto di vista politico, come sottolineato anche dal presidente ucraino Zelensky. Quest’ultimo ha affermato che “il mandato di arresto per Putin e per la Commissaria Belova è una decisione storica”, inoltre ha ringraziato la Corte Penale Internazionale per la volontà di consegnare i colpevoli alla giustizia. Infine l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea Joseph Borrell, si è detto soddisfatto del processo instaurato dalla CPI nei confronti di Putin e che quest’ultimo finalmente dovrà rendere conto delle atrocità e dei crimini commessi contro il popolo ucraino.

La considerazione mossa dall’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea, è indubbiamente di carattere generale e dimostra come concretamente si muova qualcosa nei confronti del leader russo dopo più di un anno di guerra; aldilà delle sanzioni economiche che sono servite come eventuale deterrente alla continuazione del conflitto, finalmente vi è anche una pena inflitta nei confronti del presidente russo. L’esecuzione della pena sicuramente non avverrà in tempi celeri, ma da voci che trapelano come sono stati consegnati alla giustizia leader sanguinari del passato che comunque non si consideravano sottoposti alle giurisdizioni internazionali, anche in questo caso, prima o poi, vi sarà giustizia.

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Alessandro Sorace classe 1988, nato a Catania. Giurista, giornalista pubblicista, appassionato di arte, storia ed amante della cultura, del gusto e del buon vivere. Collabora da gennaio 2022 col quotidiano online "Clessidra 2021".

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