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La vergogna di Steccato di Cutro parte seconda

Come se non fosse già bastata la tragedia di per sé ed il successivo mancato arrivo da parte dell’istituzioni il giorno dopo quest’ultima, si è aggiunta la decisione di presenziare con il Consiglio dei Ministri a Cutro, per esporre la normativa e le problematiche che normalmente vengono affrontate nei palazzi romani. E dopo le gaffe del ministro Piantedosi, che molto probabilmente non dovrebbero neanche essere identificate come tali poiché sono frutto di un retropensiero che lo stesso ha avuto modo di esporre già al primo giorno di incarico istituzionale quando per intenderci parlò del “carico residuale” riferendosi alla questione migranti, il Consiglio dei Ministri ha deciso di presenziare a Cutro per non si sa bene quale ragione dato lo svolgersi di questa giornata. Uno spiegamento di forze dell’ordine smodato, proprio come avviene ogni qualvolta si spostano le istituzioni presenziano su un territorio che non è quello loro “abituale”, un’organizzazione che sicuramente avrà avuto dei costi a carico ovviamente dei contribuenti come sempre, l’attesa da parte di una popolazione che è stata , a detta degli stessi abitanti, dimenticata dallo Stato italiano nonostante ne faccia parte, la speranza di coloro che hanno visto da vicino la tragedia, la catastrofe avvenuta pochi giorni prima, tutto questo non è stato ripagato nelle intenzioni dei protagonisti istituzionali che dovrebbero avere la responsabilità di governarci al meglio, partendo da un principio di etica ed umanità che a seguito di fatti così delicati è lecito attendersi. Riprendendo il filo della narrazione, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i Ministri Salvini, Tajani, Piantedosi, Lollobrigida, hanno svolto il Consiglio dei Ministri in quel di Cutro e successivamente si sono presentati davanti alla folla di giornalisti che assiepavano la casa comunale, per le normali domande che sono sorte all’indomani della tragedia. Ed in questo contesto sono venuti al pettine diversi nodi. 

In prima istanza il fatto che non vi è stato per niente raccordo sulla catena di eventi che hanno portato al naufragio della barca di migranti; in secondo luogo il fatto che lo scarico di responsabilità sulle varie forze dell’ordine che avrebbero dovuto o non avrebbero dovuto, o forse non sapevano o forse sapevano ma non sono intervenute, insomma non si è veramente capito come sia andata la vicenda; infine ma non meno importante, l’intento di mettere una pietra sopra questa triste storia, perché “sennò che figura ci facciamo, se voi giornalisti dite che noi non abbiamo fatto il nostro dovere”.

Tutte queste considerazioni, unite al fatto che durante la conferenza chi non interveniva era sempre impegnato a guardare il proprio cellulare e non portava anche in questa occasione quel minimo rispetto che si deve alle vittime, fanno emergere la totale mancanza di umanità e sensibilità verso il prossimo prim’ancora che verso i concittadini che questi cosiddetti governanti dovrebbero avere a cuore.

Una sola parola può accompagnare il comportamento tenuto dalle istituzioni: squallore.

Ma non è finita qui, perché lo squallore può amplificarsi ulteriormente, ed infatti accade anche questo. Al termine della conferenza stampa, quando ormai il Presidente Meloni si era già alzata, un giornalista ha aggiunto una considerazione, dicendo, anzi chiedendo alla Presidente se non intendesse fare visita alle salme presenti in paese per rendere loro omaggio. La presidente, o il presidente, tanto ormai i problemi che affliggono il mondo sono questi, capire se con un presidente donna si debba usare il maschile o il femminile, dicevamo, la presidente ha risposto che aveva lavorato fino a quel momento e che se loro avessero voluto ,per loro dobbiamo intendere i giornalisti (come se tutta questa vicenda doveva essere una forma di rispetto verso i giornalisti e non verso le vittime del mare), quindi che se loro avessero voluto si poteva “anche” andare subito a rendere omaggio alle vittime.

C’è da chiedersi per quale motivo questo Consiglio dei Ministri sia stato fatto a Cutro. Date le risposte dei diretti interessati, probabilmente è stata una riunione di villeggiatura; ed allora sarebbe stato meglio se questo CdM si fosse svolto a Roma come di norma. Prescindendo anche dal dramma avvenuto qualche settimana fa, questi territori hanno bisogno di una presenza da parte dello Stato che sia veramente tale. Nemmeno in tal senso la visita programmata ha avuto un senso. Squallore.

Fin dal primo momento la gestione di questa vicenda ha fatto pensare al termine squallore. Squallore nelle parole, squallore nei comportamenti, squallore delle decisioni di non presenziare nei momenti in cui si doveva presenziare, squallore nella scelta di fare una riunione di ministri che non aveva altro senso se non quello di mettere una toppa bucata a questa situazione. Come se non bastasse lo squallore è continuato nel momento in cui all’indomani di questa pseudo riunione, sono circolate in rete le foto del compleanno di Matteo Salvini e di video che ritraevano la presidente del consiglio cantare una canzone, neanche a farlo apposta, dedicata ad un naufragio finito male. La “sagra dello squallore”.

Disdicevole tutto ciò, indignati tutti gli altri.

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Alessandro Sorace classe 1988, nato a Catania. Giurista, giornalista pubblicista, appassionato di arte, storia ed amante della cultura, del gusto e del buon vivere. Collabora da gennaio 2022 col quotidiano online "Clessidra 2021".

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