Le nozze di Figaro, un elegante Mozart da sold out al Bellini

Applausi a scena aperta per un tutto esaurito agognato e divenuto realtà per tutte e undici le repliche fino al 5 marzo. Il Teatro Massimo Bellini sfida il genio di Mozart e vince con una squadra di tutto rispetto che sabato 25 febbraio, in una serata di grande gala con la partecipazione di numerose autorità, ha garantito un elegante exordium alla “Nozze di Figaro”, capolavoro indiscusso del musicista salisburghese, andato per la prima volta in scena a Vienna nel 1786.
Dopo l’esauriente prolusione del maestro Giuseppe Montemagno e dell’addetta comunicazione del Bellini Caterinà Andò, affascinato dalle note della celebre Ouverture, il pubblico è stato subito trasportato nell’equivoco gioco galante di amore ed erotismo della trama de La folle journee, la commedia di de Beaumarchais, che ispirerà Lorenzo da Ponte per il libretto dell’opera.
Grazie alla regia di Michele Mirabella, una regia lineare, semplice ma di grande eleganza, capace di valorizzare al punto giusto la componente sensuale dell’opera, senza mai andare sopra le righe, la vicenda, nella sua macchina narrativa perfetta, si è dispiegata ariosa e leggera, con le limpide scene di Alida Cappellini e Giovanni Licheri, animate da colorati costumi tesi a ricreare adeguatamente l’atmosfera del tempo.

Sostenuta dall’orchestra del Massimo, animata da un perfetto connubio di naturalezza e precisione, Beatrice Venezi, acclamata direttrice d’orchestra, con una gestualità morbida, ma sicura, ha dimostrato pieno dominio della partitura e un particolare feeling con le acrobazie mozartiane, manifestandosi precisa nei dettagli, ma capace di un’ottima visione d’insieme.
Di pregio anche il cast dei cantanti che hanno offerto una matura prova. Gabriele Sagona è stato un Figaro perfettamente nel ruolo, accattivante nell’aria “Non più andrai farfallone amoroso” e interprete sapiente, dotato di un bel timbro e di una azzeccata musicalità. Luca Bruno ha incarnato un Conte d’Almaviva sincero, vocalmente ben delineato, con una bella presenza scenica; deliziosa anche la Susanna di Cristin Arsenova, frizzante al punto giusto e capace di esprimere tutte le malie della seduzione.

Il mezzosoprano Albane Carrère ci ha donato un lezioso e farfallone Cherubino, forse il personaggio più leggero e affascinante dell’opera mozartiana. La palermitana Desirée Rancatore si è confermata una garanzia ad ogni sua presenza sulla scena per la solida linea di canto e l’eleganza nel fraseggio, nonché per le notevoli doti attoriali. A noi, che l’abbiamo seguita da molto vicino, non è sfuggita l’intensa partecipazione e la convincente mimica, che la confermano un’artista completa. Che è poi quello che richiede il cimentarsi con un’opera di Mozart, il quale non era mai benevolo con i suoi cantanti, cui richiedeva notevoli doti canore, ma anche grande presenza scenica e adeguato talento recitativo.

Saverio Pugliese (Don Basilio), Luciano Leoni (Don Bartolo), Federica Giansanti (Marcellina), Federica Foresta (Barbarina), Pietro Picone (giudice), Alessandro Busi (il giardiniere Antonio) hanno incorniciato degnamente le vicissitudini dei protagonisti, con il coro istruito da Luigi Petrozziello che si è distinto per personalità e amalgama.
Insomma il Teatro bellini ha invitato a nozze il foltissimo pubblico della prima, che alla fine ha tributato lunghi e caldi applausi. Ed è bello che la magia mozartiana avrà, con recite mattutine, uno spazio dedicato alle scuole, a testimonianza che il maestro Giovanni Cultrera sa vedere lontano, attento com’è a creare il giovane pubblico di domani. Ad maiora.
