Peculato: storia di una cattiva “abitudine italiana”

Desta scalpore, o forse no, la notizia della condanna e delle successive dimissioni dall’incarico di Augusta Montaruli, sottosegretario all’Università di Fratelli d’Italia, la quale lascia il proprio ruolo dopo la condanna ad un anno e sei mesi in via definitiva per peculato. L’accusa sostenuta dalla Corte di Cassazione è quella di uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni che vanno dal 2010 al 2014. Le è stata contestata una spesa di ben 41.500 € utilizzati per spese varie tra cui quelle in bar e ristoranti oltre che per l’acquisto di libri. Niente di meno ci sarebbe anche un investimento fatto su un sito per adulti. La domanda da porsi è come si possa ancora tollerare nel 2023, che un soggetto che ricopre funzioni pubbliche possa pensare di utilizzare i fondi per svolgere le proprie mansioni, per fatti privati pensando tra le altre cose di “passarla liscia“ un po’ per quel secondo fine non dichiarato di quella “cattiva abitudine che connota il sistema Italia che fa dei reati contro la Pubblica Amministrazione un “must have”.

È intollerabile che chi dovrebbe fare l’interesse della società e dei cittadini, non appena assume un ruolo di potere o presunto tale, faccia sempre e comunque i propri interessi privati a discapito di quelli pubblici. Cambierà mai qualcosa in questo senso? La risposta la si deve cercare ovviamente nella formazione culturale di ognuno di noi ed in quel senso di etica e morale che devono accompagnare le azioni di ogni giorno, ma per molti a discapito di ciò, nella realtà di ogni giorno pur predicando bene razzolano malissimo. Ed allora non c’è più spazio per i valori ma solo per il detto “l’occasione fa l’uomo ladro”, un vizio tutto italiano.