I 70 anni di Massimo Troisi, tra comicità e poesia

Massimo Troisi è stato uno dei più grandi interpreti che il cinema italiano degli anni ’80 e ’90 ha avuto l’onore di avere ed è rimasto un impareggiabile mostro sacro della comicità nota per i suoi tempi inarrivabili e per quel modo di parlare così “vischioso” da essere trascinante.
Se dici Troisi il primo segno distintivo è l’identità della sua battuta sempre pronta e mai scontata o banale, quello che ne ha fatto un unicum nei suoi film e nelle sue apparizioni televisive o interviste.
I suoi film da “Ricomincio da tre” a “Non ci resta che piangere” fino a giungere al “Postino”, purtroppo ultimo dei suoi film girato mentre l’attore era gravemente sofferente a causa dei suoi noti problemi cardiaci, sono stati certamente un manifesto della sua vis comica, ma anche collegati da un fil rouge di sentimenti e lirismo poetico che in un certo qual modo sono assimilabili alla poetica di un suo grande amico anch’egli scomparso, Pino Daniele.
I due legati da una grande amicizia, hanno suggellato il loro rapporto con delle collaborazioni sicuramente indimenticabili ed indimenticate. Ad esempio il brano “Quando” creata appositamente dal cantante per il film “Pensavo fosse amore..invece era un calesse”.
Troisi ha scalato le classifiche di gradimento negli anni della sua attività, ma si è consacrato entrando nell’olimpo dei più grandi, difatti secondo un sondaggio del 2009, condotto dal giornale online quinews.it con mille intervistati equamente distribuiti per fasce d’età, sesso e collocazione geografica, questi risultava essere il terzo comico italiano più conosciuto e amato, preceduto rispettivamente da Alberto Sordi e Totò, un risultato che dà il polso della sua grandezza.
Non si può non amarlo; Antonio Ghirelli, scrittore e giornalista ha probabilmente inquadrato l’importanza che Troisi ha avuto nella cultura italiana, disse dell’attore : “Ha interpretato con grande intelligenza, con istinto straordinario e con notevole finezza culturale un’importante fase di passaggio: dal vecchio comico napoletano, nutrito dalla commedia dell’arte, ambientato in un’atmosfera serena e ingenua, a un tipo moderno, sempre napoletanissimo ma nevrotico, tormentato al di là dell’apparente ironia e allegria […] Grande come Buster Keaton”.
Ed infine, dopo tante risate e comicità arrivò la sua ultima apparizione sul grande schermo, “Il Postino”, girato tra Cinecittà, Procida e Salina ;quest’ultima gli ha dedicato il suo lungomare oltreché una manifestazione cinematografica intitolata “Marefestival Premio Troisi”.

Ispirato al libro “Il postino di Neruda” dello scrittore cileno Antonio Skarmeta,è il film che probabilmente al meglio rappresenta quel lirismo e quella poesia che hanno fatto capolino nei suoi precedenti film senza però essere mai essere abbandonati dalla comicità che è stato il filo conduttore di una vita. Si tratta della storia di Mario un postino che lavora in un’isola del sud Italia che ad un dato momento incontra il poeta Pablo Neruda (intrepretato da Philippe Noiret).

Tra il poeta ed il postino nasce ben presto una sincera amicizia e Noiret sembra quasi fare da “protettore” verso il Troisi uomo; i due passeggiano spesso insieme per l’isola e Mario impara a discorrere di poesia e di metafore, con la semplicità propria di un uomo della sua condizione, oltreché d’amore. La pellicola è intrisa di sentimenti e di un’umanità rara, gli occhi di Troisi parlano, è un’interpretazione nell’interpretazione.

Nonostante le sofferenze che gli provocavano i problemi al cuore (si sarebbe dovuto operare di trapianto al termine delle riprese del film nda),Troisi spingeva per terminare il film il prima possibile e non si fermava mai, come ricordò in un intervista Vittorio Cecchi Gori che era produttore di quella pellicola, e che saputo delle condizioni di salute dell’attore cercò di fermare le riprese.”Massimo non ne voleva sapere” disse Cecchi Gori. Dopo sole dodici ore dal termine delle riprese, il cuore di Troisi smise di battere per sempre lasciandoci orfani di un talento che avrebbe potuto continuare a brillare per i decenni a venire.
Nonostante l’amarezza di questo finale, dobbiamo però dire che nella memoria di tutti resteranno gli occhi di Troisi nell’interpretare il postino, la sofferenza della malattia sicuramente ha dato risalto all’interpretazione, un capolavoro.Buon compleanno Massimo.