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Il “bene comune” dimenticato e rimosso

Mentre il Busto di S.Agata passa per le vie di Catania, leggo due titoli di giornale:

“Politici e ‘figli di’ – I concorsi-lampo di Aziende Sanitarie e ospedali.

“Impiegato tecnico ‘imponeva’ i fornitori al gestore del bar-ristorante ubicato all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana”

Sono due storie, tra le tante, di corruzione e tangenti.

Su entrambe indaga la Magistratura e si attendono gli sviluppi.

Non entro nel merito, chi volesse saperne di più legga la poco edificante cronaca di ieri sul quotidiano locale.

Vi è un tema irrisolto nella vita collettiva e nel costume del nostro Paese e della nostra città, quello della estesa e dilagante corruzione.

Le pratiche illegali, sia sotto il profilo del rilievo penale che amministrativo, sono un fenomeno trasversale che riguarda ampi settori del tessuto sociale.

Esso è connesso all’assenza di etica privata e pubblica, al progressivo affievolirsi dello spirito comunitario, alla debolezza delle istituzioni statali.

Le varie agenzie formative, a cominciare dalla famiglia e dalla scuola, non svolgono pienamente il proprio ruolo.

Lo Stato è sempre più distante dalla società civile, debole sul piano educativo, lento e inefficace per quanto riguarda il sistema dei controlli e nella repressione delle varie forme di comportamenti illeciti.

Occorre selezionare e promuovere solo sulla base delle competenze e dell’esperienza professionale, abbandonando la pratica del favore, del  privilegio familistico e di casta, tutti di natura criminale e mafiosa.

Occorre sviluppare anticorpi, sia all’interno della società che delle organizzazioni pubbliche, a partire dalle nuove generazioni; rinnovare la classe politica e la burocrazia; rendere più moderna ed efficace la giustizia.

Le ultime omelie del Vescovo di Catania mons. Luigi Renna  hanno costituito una forte sollecitazione ad intraprendere un percorso di rinnovamento, a partire dalla coscienza di ciascuno.

In occasione della festività di S.Agata, patrona di Catania, il vescovo ha pronunciato parole importanti, pacate ma decise.

Ha invitato tutti a “non avere paura”, a vivere con assoluta coerenza ai valori del Vangelo e ad operare per il bene comune.

Di assoluto rilievo l’invito rivolto ai cittadini e alla politica, affinché siano corresponsabili della vita pubblica.

Ha ricordato il degrado complessivo dei quartieri periferici, storicamente abbandonati, e la povertà educativa.

Riporto alcuni passi:

“C’è il timore di amministratori incompetenti che hanno problemi con la giustizia e non danno esemplarità.

Il disimpegno è divenuto un costume che, elezione dopo elezione, ci fa perdere pezzi di cittadinanza e di vita democratica.

Rialzatevi e costruite la Chiesa e la vostra città, portando nel futuro una fede sincera e una carità operosa”.

È una esortazione che guarda al futuro, ma anche una critica rivolta al passato, e riguarda tutti, credenti e non.

Ho conosciuto tanti vescovi di Catania che hanno preferito essere collaterali al potere della città, magari per godere di favori e benefici.

Finalmente un vescovo che si muove in direzione opposta e contraria.

I futuri amministratori della città faranno tesoro di tali esortazioni?

Osservando quanto si muove nel mondo oscuro e sotterraneo della politica locale nutro forti dubbi.

Rimango in attesa che le forze politiche escano allo scoperto per esprimere una valutazione.

Ma un fatto è certo: non rimarrò in silenzio!

La posta è alta, moralmente giusta e utile per tutti: il bene comune.

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Laureato in Giurisprudenza nell’ Università di Catania. Avvocato penalista di lunga e consolidata esperienza, patrocinante presso la Suprema Corte di Cassazione e Giurisdizioni Superiori. In particolare modo svolge attività di assistenza e consulenza legale, nonché attività di rappresentanza e difesa in sede contenziosa e stragiudiziale, principalmente nel settore del diritto penale e prevalentemente nelle seguenti materie: Reati contro l’ordine pubblico; Reati contro la Pubblica Amministrazione; Reati contro la persona; Responsabilità medica; Diritto penale del lavoro; Reati contro il patrimonio. E’ stato uno dei fondatori del Movimento La Rete e poi deputato regionale dello stesso gruppo politico all’Assemblea Regionale Siciliana per due legislature. E’ un animatore e un attivista dell’impegno antimafia a Catania in Sicilia e si è distinto nell’attività professionale difendendo molti collaboratori di giustizia che hanno reciso i legami con Cosa Nostra.

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