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Novak Djokovic ,re di Melbourne

Novak Djokovic si è aggiudicato l’Australian Open di tennis, prima prova stagionale del Grande Slam, al termine di un torneo che lo ha visto assoluto protagonista. Iniziata la competizione con un malanno muscolare che minacciava di comprometterne le ambizioni di vittoria, Nole ha inanellato una serie di partite convincenti che ha allontanato ogni dubbio sulle sue reali condizioni di forma, ponendolo in cima alla lista dei potenziali vincitori.

Gli altri aspiranti dal titolo, invece, hanno balbettato sin dall’inizio: il numero uno del mondo, Carlitos Alcaraz (che dopo la vittoria del serbo ha perso la prima posizione, proprio a favore di Djokovic), non ha disputato il torneo a causa di un infortunio; il norvegese Ruud è uscito al secondo turno per mano di Brooksby; il russo Medvedev è stato eliminato al terzo turno dalla rivelazione americana, Sebastian Korda (figlio di Petr Korda, grande tennista ceco); il campione uscente, Rafael Nadal, era stato eliminato persino prima, al secondo turno, dallo statunitense MacDonald, e dai ricorrenti guai fisici, che hanno generato diversi dubbi sulla possibilità dello spagnolo di competere ad alto livello per tutto l’arco della stagione. Rafa saprà smentirci ancora una volta, probabilmente.

Novak Djokovic

Chi ha mantenuto le promesse, almeno fino alla finale, è stato il greco Stefanos Tsitsipas, atleta ancora giovane ma già da tempo frequentatore delle zone alte della classifica. Grazie ad un gioco brillante e offensivo, basato su di un diritto al fulmicotone, Tsitsipas si è guadagnato, in poco tempo, una nutrita schiera di tifosi in tutto il mondo; vincitore di una edizione del Masters Atp, il greco non è riuscito, fino a questo momento, a vincere il suo primo torneo dello Slam, ma sembra una delle poche certezze in un un tennis maschile che, escludendo Djokovic, perde punti di riferimento ad ogni occasione importante.

Tsitsipas ha sofferto contro l’italiano Sinner negli ottavi di finale: in vantaggio di due set a zero, è stato costretto al quinto dall’atleta azzurro, che sembrava aver trovato la chiave giusta per aprire le difese del greco. Che invece ha trionfato nel set decisivo, eliminando l’ultimo rappresentante italiano ancora in gara.

Una prestazione complessivamente deludente quella dei nostri tennisti: partiti con grandi aspettative, sono usciti precocemente dal torneo, tranne appunto Sinner, che ha confermato, con grinta ed intelligenza, di essere il tennista italiano più forte.
Ha deluso parecchio Matteo Berrettini, sulla carta tra i favoriti: è bastato il coraggio di Murray, vecchio ma ancora temibile leone, a riportarlo sull’areo verso casa.

Per concludere non possiamo non parlare di Djokovic. Di una vittoria che sa di rivincita, dopo la triste, direi anzi vergognosa, parentesi della scorsa stagione, quando Nole era stato posto in stato di fermo dal governo australiano, solo per la mancata vaccinazione anticovid; il serbo poi era stato espulso dal paese, e non aveva potuto difendere il titolo vinto nel 2021.

Rafael Nadal e Novak Djokovic

Ho visto giocare Djokovic tantissime volte, ma devo ammettere che riesce sempre, in qualche modo, a sorprendermi: inappuntabile sul piano tecnico, fortissimo sul piano mentale, il serbo ha dimostrato, per l’ennesima volta, le sue qualità di competitore, che gli hanno garantito la vittoria anche in situazioni estreme (come le finali di Wimbledon contro Federer, nelle quali Nole giocava contro il campione svizzero e contro il pubblico).

Giudicato dai suoi detrattori come “antipatico”, Djokovic paga semplicemente la colpa di avere infranto i sogni di dominio assoluto del circuito di Federer e Nadal, un po’ come successe a Lendl con McEnroe e Connors.
In finale contro Tsitsipas ha dominato il più giovane avversario, imbrigliandone la potenza, e disegnando il campo con diritti e rovesci di rara precisione.
Non vogliamo entrare nello spinoso dibattito sul giocatore più forte di tutti i tempi, un giochino divertente ma assolutamente aleatorio: sappiamo però che Nole è stato, è e rimarrà uno dei pochi veri immortali del tennis.

 Possiamo, dobbiamo solo ringraziarlo, per le sue imprese sportive e per la sua coerenza di uomo che non si è piegato: ha rischiato di spezzarsi, ma alla fine ha trionfato.

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Ivano Di Puglia, 49 anni, ingegnere edile e libero professionista. Appassionato di cinema sin da bambino, dello sport in generale e del tennis in particolare, amante dell'arte, della letteratura (anche quella a fumetti), della poesia. Ha collaborato, per un breve periodo, alla fanzine cinematografica "The Ed Wooder".

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