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Intervista alla giornalista Anna Vinci: “La P2 e la mafia cancri della democrazia”

Anna Vinci, è nata a Roma dove vive e opera, è una giornalista di talento e una valente scrittrice che ha svolto un’intensa attività intellettuale con eleganza e stile.  Mostra un’indole sensibile, curiosa, attenta alla realtà, potenziata notevolmente nei lunghi anni di collaborazione accanto ad una figura politica fondamentale della storia della Repubblica, Tina Anselmi, di cui è stata anche grande amica. Anna ha scritto anche numerosi libri e saggi tra cui vale la pena di ricordare giustappunto: “Tina Anselmi. Storia di una passione politica(2006 ); La politica con il cuore (2010); Le notti della democrazia. Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, due donne per la libertà ( 2012); Gaspare Mutolo. La mafia non lascia tempo ( pubblicato nel 2013 e ripubblicato nel 2019); La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi (2011). Nel 2013 realizza anche un documentario “Tina Anselmi, una vita per la democrazia” (Rai3Doc3) e nel 2016, per Rai Storia, il documentario “Tina Anselmi, la grazia della normalità”. Dai Diari di Tina Anselmi ha tratto e messo in scena lo spettacolo di teatro civile Tra le pieghe della P2. Ha scritto anche romanzi di pregio  tra cui ricordiamo : L’usuraia (1996), Marta dei vocabolari (1994), Restituta del porto (2002).E’ stata quindi un autrice, regista e conduttrice, ha lavorato in Rai e Radio Rai , mettendo in piedi programmi d’informazione. In televisione si è occupata con particolare successo di programmi culturali intervistando scrittori e scrittrici, tra cui Natalia Ginzburg, Dacia Maraini, Vasco Pratolini, Gore Vidal, Jorge Amado, Alberto Moravia, Mario Soldati, nell’ambito di una serie sui grandi scrittori del Novecento. È inoltre autrice televisiva sulla storia culturale, sociale e politica italiana e basta ricordare la trasmissione “I migliori anni della nostra vita”, e di format che puntavano a sollecitare la lettura dei classici, come “Macondo”. Ha tra l’altro scritto e diretto il video davvero innovativo “Leggere la Costituzione con i bambini”, con la partecipazione straordinaria del presidente Carlo Azeglio Ciampi. Si è distinta anche come autrice teatrale ed ha scritto e messo in scena, Il Signore del Sorriso, liberamente ispirato  da un suo testo satirico sulla vita di Silvio Berlusconi, rappresentato anche alla Comédie française di Parigi. Poi nel 2009-2010 è andata in scena la sua pièce “La terra senza”, prodotta dal Teatro stabile di Catanzaro.

Giorno 22 Febbraio sarà in collegamento video al Liceo Scientifico di Giarre, con Luana Ilardo presente nella scuola. Anna Vinci, nel libro” Luigi Ilardo – Omicidio di Stato”, ha raccontato le vicende umane della figlia di Luigi, Luana, introducendoci in una delle vicende più eclatanti e irrisolte della storia italiana. Luigi era cugino di Piddu Madonia e capo di Cosa Nostra a Caltanissetta, il quale infiltratosi nella mafia per conto dello Stato (nome in codice fonte oriente) ha fatto arrestare decine di mafiosi e nel 1995 aveva portato i Ros dei carabinieri nel covo dove si nascondeva Provenzano. “Binnu u tratturi “ non venne arrestato e Ilardo venne abbandonato dalle istituzioni sino al punto di essere ucciso dalla mafia pochi giorni prima di poter diventare collaboratore di giustizia . Un libro toccante che  accende  di nuovo i riflettori su una vicenda in gran parte irrisolta.

Il libro di Anna Vinci

Mentre nel libro “La mafia non lascia tempo” su Gaspare Mutolo, l’autrice riporta la memoria di questo killer di Cosa Nostra che dice di sé, a conclusione della sua storia di affiliato: “Ora Sono un sopravvissuto. Sono la memoria orale della mafia”. In questa intervista Anna Vinci chiede a Mutolo : “Insomma ti sei pentito dei tuoi ventidue omicidi?”. Gaspare Mutolo era un uomo d’onore di Cosa nostra, guardaspalle del boss palermitano Rosario Riccobono, nonché killer e autista di Totò Riina. Una storia di sangue e violenza sino alla dissociazione avvenuta nel giugno del 1992, “perché non pesa ammazzare gente del proprio ambiente”, ma uccidere guardie, magistrati, semplici cittadini sì. Come se ci fosse una mafia “buona”, rispettosa del codice d’onore, e una “spavalda”, assassina, mossa da vendetta per uno Stato non più connivente.
In questo libro Anna Vinci scruta e ascolta le confidenze di Mutolo restituendoci il vero volto della mafia con le sue pagine buie e le nefandezze. “Oggi sono un uomo libero” ammette, in un estremo moto auto assolutorio, da soldato di mafia rimasto solo, dopo la scomparsa della moglie, a confrontarsi con il suo passato.

Il libro di Anna Vinci su Gaspare Mutolo

Per una pura coincidenza proprio stasera su la 7 Gaspare Mutolo e Luana Ilardo saranno presenti nella trasmissione di Massimo Giletti “Non è l’arena”. Un’occasione per riascoltare due figure importanti dei due libri di Anna.

Ecco il colloquio che ho avuto con Anna Vinci

Hai conosciuto e sei stata amica di Tina Anselmi, partigiana e senza peccare di retorica “madre” della Repubblica. Che ricordi serbi di questa donna straordinaria?

Tina Anselmi è stata Presidente dal 1981 al 1984 della Commissione sulla P2. C’è un articolo interessante di un grande intellettuale italiano, Norberto Bobbio, del 21 agosto 1984 sul giornale La Stampa “Il potere in maschera”. Diceva Bobbio “Che il potere tenda a mettersi la maschera per non farsi riconoscersi e per poter svolgere la propria azione lontano da sguardi indiscreti è una vecchia storia. […] Molte sono state le promesse non mantenute della democrazia reale rispetto alla democrazia ideale. […] Il potere occulto, no. Non trasforma la democrazia la perverte, non la colpisce più o meno gravemente in uno dei suoi organi vitali, la uccide”. Ritornando a Tina Anselmi ha ben esplicitato e ha messo in evidenza come l’azione nefasta della Loggia P2 di Licio Gelli sia stata quella di sovvertire dall’interno lo Stato gradualmente. Bisognerebbe leggere ancora oggi, “Il Piano di Rinascita Democratica” base teorica di quel progetto piduista, per rendersi conto di quanto l’analisi di Bobbio, ahimè, sia ancora attuale. Già nello scrivere Democratica, è insita tutta l’arroganza di chi tutto voleva fuorché difendere la democrazia. Infatti, questo Piano mirava a erodere, in una successione di tempi, la democrazia dall’interno e si indirizzava verso una svolta autoritaria con il sovvertimento della Costituzione con forti tinte “golpiste”. Con pericolose manovre coperte, appunto era stata creata una loggia occulta. 

La P2 è stata un cancro per la democrazia. Questo Piano di Rinascita Nazionale (democratica) era un’idea partorita dalla mente del materassaio Licio Gelli oppure questo progetto viene da forze esterne?

Da chi viene partorito non si sa bene. Ritorniamo alla maschere o ai pupi e ai pupari. Si sono fatti dei nomi possibili. Certo a ricordare le parole di Tina Anselmi su Gelli sembrerebbe impossibile che un uomo ‘mediocre’ abbia partorito un piano raffinato e subdolo. L’Anselmi considerava Licio Gelli un personaggio capace di relazioni, un ottimo capo ufficio stampa, e lo disprezzava. Talmente lontana l’etica dell’Anselmi, il suo rispetto per le Istituzioni da un lestofante ossessionato dal potere e impegnato a tramare nell’ombra, senza temere di mischiarsi con i peggiori criminali.

Tina Anselmi e Anna Vinci

Da più parti si pensa che l’elenco dei piduisti ritrovato nel maggio del 1981 a Castel Fibocchi, residenza del “venerabile” Licio Gelli, potrebbe essere incompleto e ci potrebbero essere altri nomi tenuti nascosti.

Il 9 gennaio del 1986 Tina Anselmi fu chiamata e  ascoltata a esporre alla Camera dei Deputati sulle relazioni conclusive della Commissione anche rispetto alla domanda che mi fai.Tina Anselmi afferma “ […] che il vero problema non è tanto quello di sapere chi stava nella loggia P2, quanto di capire perché ci stava, ovvero in altri termini per quale proprio interesse e al servizio di quali interessi altrui”.

Continuiamo a seguire alcuni stralci del discorso di cui prima: “[…] che la politica sommersa vive e prospera contro la politica ufficiale; che una democrazia manipolata è in realtà una non democrazia; che ogni tentativo di correggere surrettiziamente e per vie traverse il sistema democratico significa in realtà negarlo alla radice dei suoi valori costitutivi”.

C’è un filo rosso di coerenza tra la tua conoscenza degli atti della Commissione Parlamentare della P2 e il tuo interesse verso i segreti di mafia ?

Si certamente. C’è all’inizio del libro da me curato: “La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi Tina Anselmi” una frase emblematica nella sua stringatezza: “La P2 è stata una abbuffata di potere supremamente maschile: massoneria chiesa, esercito, mafia e polizia”.  Lei aveva ben presente i legami tra questi settori e l’esistenza inquietante, di un filo rosso, tra di loro, le cui radici erano in quei servizi segreti che lei dichiarava essere: servizi devianti piuttosto che deviati.

Purtroppo le impedirono di compiere fino alla fine il suo lavoro, quando stava per raggiungere il Sancta Sanctorum degli affari Sporchi dello IOR di Marcinkus e il centro delle collusioni tra mafia e massoneria. Ed è anche per questo che l’Italia ha un debito enorme verso questa grande donna, dicevi tu Madre della Patria.

Oggi la cattura di Matteo Messina Denaro ci pone ancor più l’urgenza di conoscere le verità nascoste. Ci sono intrecci ancora non chiariti come per esempio la mancata perquisizione della villa di Riina, la mancata cattura di Provenzano, gli omicidi di Luigi Ilardo e dell’urologo Attilio Manca. Pensi che riusciremo mai quanto meno a conoscere come sono andati i fatti?

Bisogna attenersi ai fatti. I Ros dei carabinieri hanno fatto il loro dovere, però tutto avviene in ritardo. Trent’anni fa non fu preso Provenzano in seguito all’assassinio di Ilardo. Allora è stato un via libera per catturare Matteo Messina Denaro cosa che non avvenne per la cattura di Provenzano? Sono domande inquietanti che mi faccio. Bisogna ricostruire il puzzle.

La mafia stragista sembra non esistere più, quella finanziaria e borghese opera e fa affari. Si riuscirà mai a spezzare questo corto circuito?

Finita, non finita… Restano i morti nella coscienza di uno Stato troppe volte silente, rimangono le ferite, segni indelebili nei cuori e nelle menti.

Anna qual è il tuo sogno ad occhi aperti?

Per quanto riguarda il nostro Paese ci dobbiamo liberare del riportare sempre tutto a noi, al nostro ego, più o meno grande, e c’è bisogno di superare questa cristallizzazione della realtà che ci porta a guardarci quali nemici, diceva Tina Anselmi: “Noi in politica eravamo era avversari, mai nemici”.

Oggi c’è un bisogno di pace, interiore, dei cuori e che le armi tacciano. Che utopia! Troppe banalità della vita ci distraggono dalle gravose questioni che accadono intorno a noi. Desidero un mondo con più pazienza, meni frettoloso, con meno sprechi. Cerchiamo di sorridere di più e di amare la vita e non insultarla con i nostri meschini livori, vendette, ricerca di un palcoscenico dove “faccio cose” e “vedo gente”… per ricordare una frase del film di Moretti Ecce Bombo.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.

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