Fare crescere il seme della speranza contro la mentalità mafiosa

L’ arresto di Matteo Messina Denaro, la cui importanza è innegabile, sta determinando un serio rischio, quello della strumentale enfatizzazione, anche mediatica.
Ovviamente il mondo politico, o almeno parte di esso, è in prima linea.
Ma non mi meraviglio, è sempre accaduto e sempre accadrà, con chiunque stia al governo.
Nella cattura dei grandi latitanti mafiosi il merito è unicamente della Magistratura e delle Forze dell’Ordine.
La politica, almeno questa politica che da anni imperversa, non ha alcun ruolo attivo.
Semmai, talora, lo ha avuto in senso negativo, allorché settori di essa, collusi con la mafia, hanno ostacolato in vario modo determinate indagini.
Alcuni hanno affermato che con questo arresto la lotta alla mafia è finita.
Assoluta superficialità o dolosa mistificazione.
Il contrasto vero deve ancora cominciare.
Il panorama è inquietante.
La corruzione dilaga a tutti i livelli della vita economica, civile e politica
Lo scambio di favori è una pratica endemica: cariche pubbliche a parenti, amici ed amanti; carriere politiche contro favori privati; concorsi pubblici, specie quelli universitari e nella sanità, decisi sulla base di accordi tra cordate o gruppi di pressione, a prescindere dal merito; sfruttamento di risorse pubbliche a vantaggio di interessi privati; familismo e clientelismo tra varie caste; diffusa mafiosità nei comportamenti sia pubblici che privati.
E, per chiudere tristemente, la penetrazione della mafia nel tessuto economico e nelle istituzioni, nonché la perdita del senso dello Stato da parte di molti governanti.
Tale desolante contesto è sorprendentemente sostenuto da una maggioranza di italiani che nei fatti lo approva, nell’attesa di trarne illeciti vantaggi.
Quanto descritto è cultura mafiosa, e costituisce la genesi di ogni fenomeno criminale.
La conclusione è solo una: la mafia, come tutti i fenomeni illegali, sarà sconfitta solo quando i cittadini di questo Paese si porranno seriamente il tema della questione morale e del rinnovamento etico.
È tale consapevolezza che motiva con forza la mia scelta di andare nelle scuole per dialogare con le nuove generazioni.
Solo in esse potrà germogliare il “seme della speranza”!