Teatro Bellini: incanta l’elegante jazz di Anne Ducros con l’HJO Orchestra

E’ considerata la voce bianca più vicina ad Ella Fitzgerald. Anne Ducros, elegante e raffinata vocalist, animata da una graffiante verve, ha regalato, domenica 15 gennaio, una elettrizzante serata di musica jazz nel sempre meraviglioso scenario del Teatro Massimo Bellini di Catania, che ha così inaugurato la sua stagione dei Recital.

Un teatro in sold out che ha visto, ad accompagnarla, una delle realtà musicali più interessanti del panorama odierno, la pluripremiata HJO orchestra, diretta dall’incisivo maestro Sebastiano Benvenuto Ramaci, e al pianoforte il maestro Giuseppe Emmanuele, autore dei sopraffini arrangiamenti.
Ed è stato, questo concerto, un emozionante viaggio nel mondo del jazz, che, ci ha confidato Anne Ducros in un’intervista prima della performance, è stato per lei, nutrita di formazione classica e musica barocca, un naturale esito e niente più.
Così, scintillante in un elegante tailleur di paillettes oro, animata da gesti naturali e spontanei, la vocalist si è abilmente mossa sul palco, mentre la sua bella voce intonava alcuni dei grandi successi jazz, da Body and soul di Johnny Green a Softly, as in a morning sunrise di Sigmund Romberg, spaziando per On Broadway di Barry Mann; fino a You’d be so nice to come home to di Cole Porter e gli ammalianti brani del maestro Giuseppe Emmanuele, che, nel frattempo, punteggiava con maestria la sua esibizione con le dolci note del suo pianoforte.

Trionfo di una bella e suadente voce, dunque, capace di spaziare con grande maestria tra i tanti differenti registri del jazz, senza esitazioni di sorta, a suo agio sempre, sia nell’esecuzione di classici popolari sia di nuove composizioni come le splendide Monsieur Trenet (ripreso in un applauditisismo bis) e Ellington’s notes di Giuseppe Emmanuele. Ma il pezzo forte della serata si è poi rivelato un classico italiano, quella Estate di Bruno Martino cui il tocco e l’arrangiamento del maestro Emmanuele ha conferito un fascino speciale, consentendo alla Ducros di esprimersi al meglio, con uno stile personalissimo e una capacità di improvvisazione notevole.
Il tutto condito dall’ottima prova della HJO Orchestra, animata dalla mente e dal cuore del maestro Benvenuto Ramaci, che ha diretto la sua giovane, scoppiettante orchestra nel solco delle big band americane, con ben cinque trombe, quattro tromboni, cinque sassofoni, contrabbasso, batteria, un organico di tutto rispetto, cui la sua bacchetta ha impresso la giusta energia.


Al Teatro Bellini il jazz si è dunque sposato con la musica classica ed è stato un connubio di tutto rispetto, se, come ha sottolineato il direttore Ramaci, ormai nei conservatori tante inutili distinzioni son cadute e il jazz è semplicemente nelle nostre radici: non a caso qualche anno fa l’HJO Orchestra ha inciso “Classic in swing”, reinterpretando in chiave swing e jazz tante melodie classiche.
Alla fine, un diluvio di applausi finali ha siglato la performance, mentre il bel tailleur della Ducros scintillava come la sua grande passione di interprete, senza la quale qualunque tecnica è destinata a rivelarsi inefficace…
