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Il talento va difeso

Sembra una frase fatta, o un consiglio fattoci da un nostro amico, ma la realtà è ben diversa. Il talento è un vero e proprio valore che fa parte di noi e che, se si ha la fortuna di conoscere e portare avanti rivela il meglio di noi e appaga l’anima e lo spirito anche nei momenti più bui. Tra circa un mese sarà l’anniversario della scomparsa di una cantante Statunitense che era un vero talento nel suo ambito e che ha conosciuto all’inizio degli anni ’90 il picco della sua carriera: Whitney Houston.

Fin da giovanissima ha iniziato a cantare accompagnando la madre nei locali notturni dove lavorava e rivelando fin da subito delle doti vocali non comuni. Dopo un’adolescenza fatta di importanti e prestigiose collaborazioni, nonché anche dei lavori come modella, balzò definitivamente alla fama mondiale nel 1985 con il suo primo album “Whitney Houston”. Nel 1992 si consacra anche come attrice nel film “Guardia del Corpo” al fianco di Kevin Costner, vendendo 16 milioni di copie nel mondo e ben 42 milioni di dischi per la colonna sonora del film interpretata dalla stessa in cui spicca il brano “I Will Always Love You”.

Fin qui tutto bene, si potrebbe pensare ad una vita senza intoppi, una vita da sogno. Ma l’incubo in realtà è dietro l’angolo: il marito e cantante Bobby Brown, che sposerà proprio nel 1992. Un cantante mediocre che vendeva poco accanto ad una vera e propria icona di quell’epoca, che aveva grandi doti vocali direttamente proporzionali al proprio portafoglio. Sarà proprio lui a sporcare irrimediabilmente la Houston, conducendola al baratro della droga e cancellando quell’immagine che prima del ’92 vedeva una cantante pulita e impeccabile. Ecco cosa può distruggere un talento, un amore malato e terribilmente sbagliato, che nutriva i desideri più bassi e non elevava il talento. Parlare solo di invidia da parte del compagno è riduttivo.

Nonostante tutto ciò, la stessa Houston, intervistata da Diane Sawyer il 4 dicembre del 2002 sulla ABC dichiarerà: “Nessuno mi fa fare qualcosa che non voglio fare, è una mia decisione; quindi il mio più grande demone sono io. O sono il mio miglior amico o il mio peggior nemico”. La cantante troverà la morte nella Suite 434 del Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills dopo anni di alti e bassi a cercare di recuperare una credibilità ormai persa ed essere stata anche in causa col padre.

L’elenco dei talenti sprecati si potrebbe allargare a macchia d’olio, nel mondo del cinema Nicolas Cage, nel mondo del calcio nostrano Balotelli o Adriano, ma vi è un filo conduttore di tutte queste vicende umane che è evidente. Prima di esprimere il proprio talento bisogna conoscere la nostra persona e riconoscere il proprio talento, avere una maturità personale che sconfigge i demoni interiori e protegge dai “nemici”, in fin dei conti lo dobbiamo a noi stessi.

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Alessandro Sorace classe 1988, nato a Catania. Giurista, giornalista pubblicista, appassionato di arte, storia ed amante della cultura, del gusto e del buon vivere. Collabora da gennaio 2022 col quotidiano online "Clessidra 2021".
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