Il valore della memoria

La memoria ha vari significati. Nell’ambito meramente quotidiano assume il significato di memorandum di nomi, numeri di telefono, impegni o appuntamenti di lavoro; in un ambito a largo spettro con le dovute distanze assume invece un tono più importante e solenne per ognuno di noi. Questa è la memoria che va coltivata, ed assume ancor dipiù oggi una rilevanza essenziale a fronte di tutto quello che sta succedendo nel nostro Paese ed ancor di più oserei dire nel mondo. In una società liquida, termine che detesto, la memoria è assente, e questo vuoto lascia spazio all’istinto, il più barbaro, da mettere in campo per mostrare una scala di valori invertita. Lo si vede tra i giovani, il fenomeno più preoccupante, intriso di una non velata intolleranza nei confronti del diverso come nel caso dell’aggressione a Christopher Jeanne Pierre Moreno, attivista Lgbt, alla stazione metro Valle Aurelia a Roma, “colpevole” di un bacio al suo compagno.; lo si vede in una certa politica che fomenta ed esaspera un odio cieco verso chi meriterebbe indubbiamente rispetto per ciò che rappresenta come nel caso della Senatrice a vita Liliana Segre ,scampata ai campi di sterminio, “colpevole” di aver condiviso sui social il momento della vaccinazione contro il Covid-19. La memoria storica deve invece far comprendere gli errori fatti dall’umanità per non ricadere nelle stesse oscure stanze, come quelle che sempre più spesso vengono illuminate da rigurgiti nostalgici di un periodo che è stato il più tetro e violento, non solo del ‘900 ma dell’intera storia dell’uomo. Il proliferare di attivismo nazi-fascista è un fenomeno preoccupante che deve far riflettere sulla piega che la società odierna, o meglio , una parte di essa sta prendendo. Tutto questo non può e non deve accadere, non è evoluzione ma involuzione.
Come combattere tutto questo allora?
In un tempo non tanto remoto, e per problematiche di altro genere, qualcuno diceva che le maestre di scuola sarebbero state le condottiere più valorose per svolgere questo compito. Bé, è proprio così. Il valore della cultura è da mettere in risalto e da “coltivare” ed accudire per far nascere il vino buono. Non è un caso che coltivare e cultura abbiano etimologia simile, entrambe provengono dal latino colere che significa letteralmente “curarsi di”. Esattamente, bisogna prendersi cura della memoria, un valore che rischia irrimediabilmente di ammalarsi per le generazioni future e lasciando spazio ad orrori che ne hanno avuto fin troppo in passato.