Don Costantino Stella, “il prete sociale” accoltellato a morte dalla mafia

Costantino Stella fu un prete molto amato dal popolo che si dedicava anima e corpo per alleviare le condizioni misere dei ceti poveri. Nonostante che provenisse da una famiglia agiata e borghese fu pervaso profondamente dal cristianesimo sociale sin dall’adolescenza e decise di entrare nel seminario di Caltanissetta, studiando teologia e dottrina illuminato dalla guida di Mons. Giuseppe Francica-Nava de Bondifè, che in seguito divenne cardinale. Venne consacrato sacerdote a 24 anni, il 30 maggio 1897, divenendo l’anno successivo arciprete di Resuttano , suo paese natale dov’era nato nel 1873.

Don Costantino non era solo un prete che si limitava ad officiare messa, a impartire i sacramenti e a predicare la domenica , ma è stata un figura insigne di alta spiritualità e moralità nella Sicilia di quegli anni e non a caso è stato definito un “prete sociale” per l’ impegno profuso in favore del prossimo, proteso al miglioramento delle condizioni delle campagne e degli abitanti del suo paese. In un’epoca in cui la Chiesa badava al possesso dei beni ed era avara nella carità cristiana Don Costantino si distinse sin dal primo anno della sua prelatura per la costruzione del “Monte Frumentario”,istituzione che contribuiva alla distribuzione in anticipo dei concimi ai contadini. Dopo solo due anni fondò la cassa rurale per l’organizzazione delle affittanze collettive e ,quindi, la Cooperativa di consumo che puntava all’acquisto a prezzi bassi dei viveri per le famiglie dei soci. Don Costantino non si fermò solo a questa attività di filantropia ma tentò anche di entrare in consiglio comunale sia nelle elezioni amministrative del 1902 che in quelle del 1904. Si dedicò anche al giornalismo mantenendo una corrispondenza per il periodico de “L’aurora” e inoltre collaborò con innumerevoli testate giornalistiche siciliane. Riuscì anche a fondare insieme ad un gruppo di vescovi anche l’Associazione Regionale del Clero,ottenendo numerose e qualificate adesioni almeno sino all’inizio della Prima guerra mondiali.Per questi motivi descritti era sostenuto e adorato dal popolo e forse ,invece, molto odiato da coloro che volevano sfruttare i contadini e dominare i poveri, da coloro che non volevano affrancare dall’indigenza sociale gli umili e i bisognosi. Avvenne l’incredibile tragedia la sera del 28 giugno 1919, quando Don Costantino venne accoltellato da sicari mafiosi proprio davanti a casa sua. Venne soccorso e ricoverato d’urgenza, morì dopo lunghi giorni di angosciosa agonia all’età di 46 anni. Don Costantino fu un prete esemplare che difese i diritti degli ultimi e la dignità della gente. I suoi barbari assassini non furono mai scoperti così come i mandanti. Ancora oggi viene ricordato dalla comunità di Resuttano dove vi è una lapide in memoria del sacerdote, mentre è stata avviato l’iter per l’intitolazione a suo nome della piazza antistante la chiesa madre e la banca di credito cooperativo “Don Costantino Stella”, proprio da lui fondata 120 anni fa.

Si svolgono anche convegni studi per tenere viva la memoria di don Stella che seguì sempre l’esempio del popolarismo cattolico e della dottrina sociale di Don Luigi Sturzo, suo amico personale, cercando di restituire ai contadini quella dignità umana in modo da tenerli vicini alla vita della Chiesa e consentirne la crescita della fede. Don Costantino sostenne tenaci e coraggiose lotte denunciando senza paura le condizioni di deplorevole abbandono nel quale da anni era stato lasciato il suo paese. Oggi possiamo ben dire che Don Stella è stato un esponente di rilievo regionale del movimento politico degli amministratori cattolici.