2022: Un anno di tennis

Il 2022 è stato un anno particolarmente travagliato per il tennis, come ci ricordano, purtroppo, le recenti notizie relative a Camila Giorgi, accusata di aver prodotto falsi documenti relativi alla sua vaccinazione anti-covid.
Proprio il fatto di essere o meno vaccinati ha costituito, infatti, un elemento capace di influenzare pesantemente la stagione; così come la guerra tra Russia e Ucraina, che ha portato alla insensata decisione di escludere i tennisti russi dal torneo di Wimbledon.
Tutto è iniziato, naturalmente, in Australia, nel torneo Slam che inaugura la stagione; ed è stato un inizio col “botto”, almeno a livello mediatico. Per giorni e giorni, infatti, l’argomento principale di discussione non è stato il tennis, ma la querelle Djokovic, col surreale dibattito sul suo diritto a entrare in Australia. Il torneo maschile si è disputato in mezzo al fragore delle polemiche, e ha visto il trionfo dello spagnolo Rafael Nadal, al termine di una appassionante sfida in cinque set contro il russo Medvedev; quello femminile dall’atleta di casa Ashleigh Barty, poi clamorosamente ritiratasi dall’attività solo qualche mese dopo.
Al Roland Garros tutti aspettavano Nadal, e il maiorchino si è presentato puntualmente, fugando i dubbi sulle sue condizioni fisiche: con il giovanissimo connazionale Alcaraz pronto ad alitargli sul collo, Rafa ha disputato un torneo eccellente, demolendo il forte regolarista norvegese Ruud in una finale senza storia (6-3, 6-3, 6-0). Tra le donne, in un torneo che ha confermato lo scarso interesse suscitato da un tennis femminile monotematico e privo di autentiche campionesse, ha prevalso la polacca Swiatek, che in finale ha battuto la giovane americana Gauff in due soli set.
A Wimbledon, esauritasi almeno momentaneamente la polemica sui giocatori non vaccinati, è iniziata quella, ancora più discriminante, dei giocatori russi: l’organizzazione del torneo ha deciso di escluderli, causando la pronta reazione dell’ATP e della WTA, che hanno privato il torneo londinese dei punti da assegnare ai giocatori e alle giocatrici.
Chi attendeva un riscatto di Nole Djokovic non è rimasto deluso: il serbo ha vinto il torneo con una certa sicurezza, nonostante qualche momento di difficoltà (in particolare nei quarti, contro l’italiano Sinner, ottimo protagonista).
Tra le donne una inedita finale ha visto il trionfo della kazaka Elena Rybakina nei confronti della tunisina Ons Jabeur.
Lo Slam conclusivo della stagione, l’Open degli Stati Uniti, è stato un concentrato del bello e del brutto di un anno di tennis: il bello è stato rappresentato dal vincitore, il giovanissimo Carlitos Alcaraz, spagnolo pronto da ricalcare le orme di Rafa Nadal; il brutto dalla rinnovata esclusione degli atleti non vaccinati (Djokovic in primis, naturalmente). Alcaraz, dopo una sfida drammatica ai quarti contro Sinner, ha prevalso su Ruud senza faticare troppo.
La polacca, e numero uno del mondo, Iga Swiatek, ha vinto il torneo femminile, con la tunisina Jabeur sconfitta in finale, come a Wimbledon.
Il torneo maschile di fine anno, quello che una volta era definito “Masters”, e che oggi, in virtù del politicamente corretto, ha preso il nome burocratico di “ATP Finals”, ha rappresentato l’ennesimo grande ritorno di Djokovic, in grande spolvero, e trionfatore su Ruud (alla sua terza grande sconfitta in finale della stagione).
Caroline Garcia, tennista francese, ha vinto il Master femminile, oggi denominato “WTA finals”, ma solo da chi non è nostalgico come me.
In definitiva, il 2022, se escludiamo le polemiche e le decisioni dissennate della politica, è stato un anno decisamente interessante, perché capace di portare alla ribalta, tra gli uomini, dei giovanissimi già campioni, come Alcaraz; quanto potranno rimanere sulla breccia i “vecchi”, ovvero Djokovic e Nadal, ce lo dirà l’imminente 2023.
Il tennis femminile, invece, merita un discorso a parte: da troppi anni vive un declino costante, che pare inarrestabile. Le campionesse vere latitano, e troppe partite ricalcano schemi noiosi e ripetitivi: i tempi non dico di Navratilova ed Evert, ma anche delle sorelle Williams, sembrano decisamente lontani. In questo caso possiamo solo sperare che l’anno nuovo porti alla ribalta nuove tenniste, nuove future campionesse.