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“Una poltrona per due”, l’appuntamento natalizio per eccellenza

Anche quest’anno “Una poltrona per due”, straordinaria commedia di John Landis, ci ha accompagnato durante la Vigilia. E’ un film divertente, che però contiene una analisi molto profonda del tessuto economico e sociale americano dell’epoca (e dunque anche di quello europeo attuale), le cui storture e contraddizioni vengono evidenziate in maniera intelligente e ironica, senza i fastidiosi sermoncini che spesso accompagnano le produzioni italiane o quelle americane più recenti.
Landis era un genio, capace di tratteggiare contrasti stridenti attraverso poche sequenze, in alcune delle quali, per esempio, descrive la vacuità e l’artificiosità del mondo dei ricchi, contrapposta alla durezza del vivere di chi non naviga nell’oro.
Se Capra nel capolavoro “La Vita è Meravigliosa” appariva fiducioso nella generosità del genere umano, vista come antidoto all’avidità del capitalismo sfrenato, Landis sembra proporre una soluzione più cinica e individualista: l’unico modo per sopravvivere è adeguarsi ad un mondo di squali, e di pesciolini, diventando orche feroci ma sagge.

 Una chiave di lettura che ben si adatta al mondo attuale, nel quale anche (e soprattutto) a sinistra le categorie più deboli del mondo del lavoro vengono gettate in pasto ai pescecani,

in un oceano dominato da multinazionali pronte a fare a pezzi qualsiasi diritto consolidato.

“Una poltrona per due”, però, ha tante chiavi di lettura, e una di queste è legata alla rappresentazione della donna.

Le due coprotagoniste del film, infatti, appaiono in netta contrapposizione: Penelope Witherspoon, la fidanzata di Louis Winthorpe (Dan Aykroyd), interpretata dalla bellissima Kristin Holby (poi diventata Kristin Darnell), è una gelida, quasi mefistofelica calcolatrice, che pur essendo già ricca di famiglia bada solo ed esclusivamente al tenore di vita e al prestigio sociale. Il regista Landis mette impietosamente alla berlina le convenzioni di una casta di ultra-ricchi, costituita spesso da individui dallo scarso spessore umano e intellettivo, che però conservano dei privilegi in tutto simili a quelli delle antiche aristocrazie.

Ophelia, invece, è la prostituta che prima inguaia Winthorpe, e poi lo protegge, prendendosi cura di lui nel momento più difficile della sua esistenza: Jamie Lee Curtis, col suo atteggiamento disinibito, e il suo taglio di capelli sbarazzino, irrompe nel film con la forza di un uragano. Dietro un apparente, ed aleatorio, cinismo, Ophelia nasconde una grande umanità, e una formidabile ironia, che fa sembrare Penelope un inutile, ingombrante cimelio.
Se dopo quarant’anni dalla distribuzione nelle sale questo film è ancora tanto amato il motivo non è solo da ricercare nella bravura degli attori (compresi i solidissimi co-protagonisti), o nella abile mano del regista Landis, ma anche, e forse soprattutto, nella capacità del film di costruire momenti divertenti capaci di intrattenere ma anche di far riflettere. Ad ogni Natale, grazie a “Una poltrona per due” , ritroviamo quel genere meraviglioso, e oggi profondamente decaduto, che è, o forse fare meglio a dire “era”, la commedia brillante; l’augurio natalizio è che possa rinascere anche nelle sale, e non solo a Natale.

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Ivano Di Puglia, 49 anni, ingegnere edile e libero professionista. Appassionato di cinema sin da bambino, dello sport in generale e del tennis in particolare, amante dell'arte, della letteratura (anche quella a fumetti), della poesia. Ha collaborato, per un breve periodo, alla fanzine cinematografica "The Ed Wooder".

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