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Intervista al conduttore doppiatore giornalista Antonello Musmeci: “Sono una persona perbene e rifuggo dal conformismo”

Se dovessimo indicare un grande istrione di talento nell’ambito del mondo dello spettacolo, capace di intrattenere il pubblico sia sul palco che anche per via radiofonica e televisiva con fervida intelligenza e qualità culturale il nome che mi viene in mente è presto detto: Antonello Musmeci, un allegro e vivace siciliano che è riuscito con tenacia,volontà e duro lavoro in oltre trent’anni di attività ad affermarsi con merito nel panorama nazionale, dimostrando una poliedrica capacità di affabulatore simpatico e di presentatore arguto. Musmeci nato ai piedi dell’Etna è  infatti un conduttore, doppiatore, vocista e giornalista. E’ stato alla guida di spettacoli, protagonista  indiscusso e apprezzato sui palcoscenici più importanti del mondo come lo “Sporting Club” di Montecarlo, il “Carnegie Hall” di New York, il “Sistina” di Roma, il “Royal Albert Hall” di Londra. Ha collaborato e lavorato a fianco  di nomi prestigiosi e più autorevoli dello spettacolo e della cultura italiani e internazionali. Tanto per citarne qualcuno: da Alberto Sordi a Miriam Makeba, da Lucio Dalla a Mario Scaccia, da Harold Pinter a Ray Charles o al nostro maestro Franco Battiato. Non è un presentatore asettico e indifferente ,al contrario è molto impegnato anche sul piano civile e sociale ed ha vinto il premio della critica radiotelevisiva per il reportage sulla vita di Nelson Mandela,di cui vanta  la prima intervista in assoluto dopo la sua scarcerazione dal carcere di Pretoria. Ha premiato tanti personaggi internazionali da Yasser  Arafat ad Alberto Sordi, da Rigoberta Menchù a Rita Levi Montalcini, decine di altri nomi che rappresentano il dna della cultura e dello spettacolo del novecento. Ha condotto e organizzato spettacoli esterni di grande ascolto e successo per canali stranieri come RTL e italiani come la RAI. Ha prestato la sua voce anche per programmi radiofonici nazionali e a doppiaggi per il cinema, la televisione, i documentari e gli spot pubblicitari.

Antonello Musmeci è stato sempre una garanzia di notevole e eccellente professionalità proseguendo in modo intenso il suo lavoro con grande versatilità per realizzare produzioni sempre nuove, originali e interessanti. Abbiamo voluto sentire dalla sua viva voce il bilancio di tanti anni di attività e i progetti per il futuro.

Collega ci siamo persi di vista e ci ritroviamo dopo tanti anni. Hai fatto un primo bilancio della carriera sin qui svolta sempre sulla cresta dell’onda e qual è il settore dello spettacolo che ti ha maggiormente gratificato?

Per me è gratificante essere intervistato e poter parlare della propria vita professionale, proprio rivedendola come un lungo racconto di 35 anni di attività in una sintesi naturale che alcuni colleghi come te scrivono e pubblicano. Credo e ho capito di avere fatto molte cose anche di grandi qualità. Sono stato sempre considerato un’anomalia positiva nel vasto campionario dello spettacolo italiano, pur non essendo un personaggio da prime time  come potrebbero essere :Bonolis ,Scotti o Baudo eccetera .Sono riuscito ugualmente a ritagliarmi una sorta di nicchia, che mi ha consentito di lavorare in giro per il mondo, sui più grandi palcoscenici, con realtà televisive, radiofoniche e  collaborando con stelle di prima grandezza del mondo dello spettacolo. Oggi faccio una sorta di chiusura del primo tempo e inizio il mio secondo tempo ,facendo le stesse cose ma facendole meglio e di  nuove.

Adesso diminuiscono gli spettacoli in piazza e aumentano le dirette in streaming. Quante cose sono cambiate nel tuo lavoro?

Negli ultimi due anni siamo stati devastati da una pandemia, a mio avviso  gestita malissimo, sempre misteriosa di cui si sa ancora oggi poco o nulla e questo ci ha consentito più tempo on line.Per ciò che concerne gli spettacoli gioco forza in inverno diminuiscono,però per me inizia lo studio di doppiaggio a cui do molto peso e un lavoro intenso che non finisce mai, con la registrazione di spot regionali e nazionali, di film e di caratterizzazione di cartoni animati e collaborazioni anche con grandi case di distribuzione. Tutto ciò mi piace molto.

Quali sono le ricette per affermarsi nel mondo dello spettacolo?

In generale le ricette non sono mai cambiate, è l’autorevolezza e l’impegno, la forza che devi mettere in ogni cosa. Oggi è molto più semplice affermarsi di come era una volta, parlo degli anni ottanta e anche molto prima,perché i nostri precursori della televisione facevano una gavetta straordinaria, forte e molto selettiva, in cui il premio finale era appunto la televisione. Oggi è l’esatto contrario ,basta fare un talent, basta apparire dalla De Filippi, basta passare da “Uomini e donne” per potere essere inseriti all’interno di un  format : il Grande Fratello  per essere definiti Vip, quando  molti di loro se non tutti ,non sono minimamente importanti ,anzi sono piccole meteore destinate a perdersi in pochissimo tempo. Io invece sono all’antica e metto nel mio bagaglio ancora le ricette di un tempo: l’autorevolezza, lo studiare sempre, essere documentati quando fai una manifestazione pubblica e non dire fesserie quando scrivo come giornalista.

Quali sono le cose che non faresti più?

Probabilmente farei tutto quello che ho fatto, cambiando solo piccoli dettagli .

Come sono cambiati i presentatori di oggi rispetto a quelli del passato?  

Oggi i presentatori sono dei giullari che vivono per gli ascolti. Prima non era così quando c’erano solo i canali Rai. Invece con l’avvento delle tv private il conduttore è sceso molto di dimensione e qualità e per essere vicino al pubblico a tutti i costi diventa anche caricaturale. Un tempo il conduttore era quello lì e il pubblico si affiancava alle modalità del conduttore. Oggi invece si rende molto spesso ridicolo per piacere e ottenere il consenso che deriva dall’audience sia alla radio e in televisione. Ecco perché la qualità complessiva della conduzione si è notevolmente abbassata e involgarita.

Oggi insegni in un’accademia cinematografica. Come mai ti è venuta questa idea?

La scuola è diretta dall’attore Antonio Catania,uno dei volti più riconoscibili del cinema italiano molto apprezzato, che insieme alla moglie l’attrice Rosaria Russo ha aperto alle ciminiere di Catania l’accademia Ciak nella quale io insegno dizione e fonetica a giovani allievi alcuni dei quali probabilmente diventeranno nuova linfa per il cinema.

Vivi da tanti anni a Roma. Che rapporto intrattieni  con la nostra terra ?

Non vivo solo a Roma e ho una bellissima villa nella straordinaria Santa Tecla che amo tantissimo. Qui ho le mie radici, ho la casa di famiglia e i miei amici. Qui ritrovo la mia dimensione naturale quello che ognuno di noi ,qualsiasi lavoro faccia  dovrebbe sempre avere e tenere in conto.

Quali sono i progetti che hai in cantiere ?

Tanti progetti alcuni per la solita scaramanzia non voglio rilevarli. Ma te ne dirò uno tra tutti: “Indovina chi viene a cena”. Si tratta di uno spettacolo itinerante con ospiti  e special guest nel corso del quale  imito alcune voci della musica italiana e straniera: da Patty Pravo a Zucchero,da Vasco Rossi a Fabio Concato, da Louis Amstrong a Bryan Adams. E’ uno spettacolo rivoluzionario e intelligente che mi diverte molto e che divertirà certamente anche il pubblico italiano.  

Come ti definiresti in una sola parola ?

Vorrei usare la stessa risposta che mi diede il grande Corrado quando lo intervistai qualche anno prima della sua morte : “ io vorrei essere ricordato  come  una persona perbene”. Io adotto questa chiosa che usò questo gigante della televisione poiché lo credo anche per me, che sono stato sempre un uomo libero, in quanto ho trattato anche argomenti spigolosi in battaglie contro la mafia nei primi anni ottanta. In quel tempo nessuno osava schierarsi in modo così esplicito e questo mi ha certo danneggiato rallentando notevolmente la mia carriera, ma rendendomi anche un uomo libero e indipendente. Oggi ritengo di essere un uomo appagato, così anche nella professione,con una famiglia importante che mi sostiene  e con un numero considerevole di amici ai vertici pubblici, e in tanti altri ruoli, ai quali non ho mai chiesto nulla se non quello di apprezzare la nostra buona amicizia.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.

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