Il sogno di Giacinto Puleo spezzato da due colpi di lupara

La storia della Sicilia è fatta di tante storie di “poveri cristi” che hanno sofferto e sono morti per riscattarsi dalla povertà. Sono tante le vicende tragiche e drammatiche per conquistare la dignità come quella che visse Giacinto Puleo , bracciante agricolo, il quale venne ucciso dalla mafia il 2 luglio 1962 con due colpi di lupara a Bagheria.
Puleo cominciò la sua dolorosa odissea umana emigrando in Germania e mettendo da parte dei risparmi che gli consentirono di tornare in Sicilia con il sogno di potere comprare un terreno da coltivare. Con la sua forza di volontà e determinazione riuscì a divenire titolare di un contratto di mezzadria di un limoneto insieme ad un suo amico proprio a Bagheria nel latifondo dei potenti costruttori Notaro. Giacinto ignorava però il pericolo in cui che correva poiché quel limoneto era stato in realtà concesso ad un mafioso. E quindi quando arrivò il momento del raccolto gli fu “intimato” di consegnarlo ed andare via . Ma il povero contadino non volle saperne e non si inchinò alla prepotenza mafiosa pur avendo dopo le minacce ricevute piena consapevolezza del rischio a cui andava incontro. Dopo tanti sacrifici non poteva rinunciare al progetto di una vita migliore ,affrancata dalla miseria e dal bisogno. Giacinto andò così incontro alla morte e lo attesero di mattina presto mentre si stava recando a lavorare. Lo freddarono con due colpi di lupara alla testa. In seguito dell’atroce delitto venne accusato il mafioso Tommaso Scaduto. Tuttavia quest’ultimo non sarà processato e questo delitto come tanti altri rimase senza colpevoli.