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Una sempreverde Bohème inaugura la stagione lirica del Teatro Massimo Bellini

Grande inaugurazione della stagione lirica 2022/23 al Teatro Massimo Bellini con la messa in scena, sabato 26 novembre, della Bohème, un’opera celeberrima ed eternamente rappresentata, ma che, ad ogni nuovo allestimento, come tutti i grandi capolavori, vive e rivive nella lettura dei registi, dei direttori d’orchestra e dei cantanti.

E così è stato anche in questa serata di gala, impreziosita all’ingresso da atmosfere ottocentesche, grazie alla presenza dei ballerini dell’Associazione Danzando l’Ottocento, che, con i loro costumi d’epoca, hanno dato un tocco di vera eleganza e charme.

Poi, dopo una sentita esecuzione dell’Inno d’Italia, a parlare sono state le note di Giacomo Puccini, acuto conoscitore dell’animo femminile e innovatore geniale con la sua attenzione a personaggi  comuni, basti pensare alla splendida schiava Liù della Turandot, che, da sola, resta nella memoria per la devozione al suo Signore Calaf.

Nell’edizione catanese, diretta dall’ottimo Fabrizio Maria Carminati (davvero in gran forma), la poetica personale e moderna di Puccini è stata evidenziata da un’esecuzione contraddistinta dall’equilibrio sonoro, da un ben dosato fraseggio vocale ed orchestrale, da adeguate sottolineature delle indicazioni agogiche, valorizzando il tipico gusto mimetico pucciniano.  Basti pensare alla divertentissima scena del falò delle opere nel caminetto, sottolineato sapientemente dagli strumenti (fiati, pizzicato d’archi, tema rallentato degli archi: si spegne il fuoco!), suonati con precisione e capaci di sprigionare volumi sonori compatti, che, però, hanno lasciato sempre cogliere il dettaglio del fraseggio e il preziosismo dell’impasto timbrico.

Preziosa anche l’intesa tra la compagine orchestrale e i cantanti, accompagnati e sostenuti sempre al massimo dalla musica, a tutto a vantaggio della resa  teatrale, arricchita. nell’allestimento, dagli eleganti costumi di Francesco Zito e dalle vivaci scene di Antonella Conte. Il tutto  animato dalla equilibrata regia di Mario Pontiggia: dalla soffitta hangar del primo atto (forse troppo ampia) al colorato susseguirsi di personaggi del secondo quadro, con un richiamo preciso all’iconografia di Toulouse-Lautrec, fino allo spazio di sghembo del terzo, la resa dell’atmosfera parigina è stata piacevole, mai sopra le righe, pur segnata da una certa convenzionalità e senza grandi ardimenti.

Ma il lirismo delle piccole cose tipicamente pucciniano ha avuto poi compiuta e adeguata espressione nell’interpretazione dei cantanti. Valeria Sepe ha dato vita a una Mimì appassionata e fragile, attenta ai più piccoli dettagli; dotata di una solida tecnica, è riuscita ad imporre una visione delicata e ricca di nuances con la sua voce sicura e  l’intonazione molto  ben controllata, soprattutto nei duetti amorosi, dove le ha fatto da valido contraltare il Rodolfo di Giorgio Berrugi, protagonista di un’interpretazione valida, anche dal punto di vista attoriale, e da un fraseggio adeguato. Vincenzo Taormina è stato un Marcello d’effetto, generoso nell’emissione e convincente nei movimenti, con una grande presenza scenica. La vezzosa Musetta è stata affidata alla brava Jessica Nuccio con una voce dal colore limpido, Italo Proferisce e George Andgulazde hanno dato vita e colore a Schaunard ed a Colline; Andrea Tabili ha impersonato con gustosi tocchi di colore sia Benoît che Alcindoro, Riccardo Palazzo è stato un brillante Parpignol.

Magico il coro istruito da Luigi Petrozziello, che ha saputo sempre trasmettere la gioia contagiosa della vita bohemien, soprattutto nella vivida atmosfera corale del Quartiere latino del secondo quadro.

Uno spettacolo ben congegnato, dunque, per un convincente effetto finale. E pensare che, alla prima rappresentazione di quest’opera meravigliosa a Torino, al Teatro Regio, il primo febbraio 1896,  la stampa locale dell’epoca fu assai feroce:”La Bohème, così come non lascia grande impressione sull’animo degli uditori, non lascerà grande traccia nella storia del nostro teatro lirico”.

E invece è ancora qui, viva e vegeta, toccante e commovente. Grazie al Teatro Bellini e al suo sovrintendente Giovanni Cultrera per questa tradizionale, sempre moderna scelta….

?? B???̀??, musica di Giacomo Puccini, su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa.

Allestimento del Teatro Massimo di Palermo. Orchestra, coro e tecnici del Teatro Massimo Bellini, in scena dal 26 novembre fino al 4 dicembre.

Direttore Fabrizio Maria Carminati, regia Mario Pontiggia.

Interpreti: Valeria Sepe, Jessica Nuccio, Giorgio Berrugi ,Vincenzo Taormina, Italo Proferisce,George Andguladze,  Riccardo Palazzo, Andrea Tabili

Scenografie di Antonella Conte, costumi di Francesco Zito, luci di Bruno Ciulli.

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Docente liceale, collabora con la pagina culturale del quotidiano La Sicilia e la rivista di informazione scolastica La tecnica della scuola. Recensisce spettacoli di teatro di prosa, musica e lirica per il quotidiano on line Sicilymag.

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