Il significato del 25 Novembre

Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite indisse per il 25 novembre una giornata internazionale contro la violenza alle donne. Una data scelta non a caso. Proprio il 25 novembre del 1960 le sorelle Patria , Minerva e Teresa Mirabel , attiviste politiche , furono uccise nella Repubblica Dominicana per ordine del dittatore Rafael Leonidas . Si stavano recando a trovare i propri mariti in carcere come oppositori del sistema politico del proprio paese.
Nel 1999 in buona parte del mondo moltissime donne erano soggette a quotidiane violenze, per motivi culturali e politici che si riversavano anche sui rapporti privati. Dall’India al Pakistan, alla Cina, ai paesi dove la religione era, ed è sostituita con il diritto, al Sud America. Ed in occidente ? Nonostante la democrazia e la libertà accadevano atti di violenza sessuale, in America non mancavano le morti di donne per mano di killer seriali. In Italia esistevano rari casi di donne uccise per mano di maniaci e balordi : Milena Sutter nel 1971 a Genova, nella nostra vicina Randazzo nel febbraio del 1998 una bimba uccisa da uno sbandato . Nel 1999 In Italia, nonostante le già affermate democrazia e libertà delle donne, la legge sulla violenza sessuale era stata approvata solo tre anni prima. Prima del 1996 chi stuprava offendeva la morale pubblica e non la donna, vigeva infatti il fascistissimo codice Rocco . Il percorso di modifica della legge era stato avviato nel 1977, quando una giovane avvocata messinese Angela Bottari, fresca di elezione parlamentare, presentò un disegno di legge di modifica del codice. Veniva spostata la prospettiva , si affermava l’idea che la pena per stupro era applicata perché si violava il corpo , la mente , la libertà e la dignità delle donna. Per questa ovvietà di pensiero e di diritto sono stati, invece, necessari VENT’ANNI per approvare la legge. I parlamentari, gli uomini intendo e non tutti ovviamente ma soprattutto quelli vicini alla chiesa , dietro l’estenuante dibattito parlamentare , di fatto, assolvevano gli stupratori. Per non parlare dei processi durante i quali la donna risultava l’imputata. Com’era vestita, aveva opposto resistenza, aveva goduto , erano le umilianti domante poste alle donne. L’Italia fu percorsa, dunque, dal 1977 al 1996 da un dibattito ventennale e da una pressione delle donne, se ne discusse anche nella nostra Giarre, fino a quando, Ministro delle Pari Opportunità Anna Finocchiaro, la legge fu approvata con l’appoggio delle donne di tutti i partiti allora presenti in Parlamento. Una bella pagina di storia delle donne italiane.
Nel frattempo la società italiana cominciò a diventare più “liquida”, le donne acquistavano più sicurezza , libertà personale e professionale, sceglievano, sempre più, quando essere madri. Gli uomini perdevano una parte di identità maturata in un contesto dove ancora di fatto il capofamiglia era il padre. Iniziava a perdersi il senso del riconoscimento reciproco, delle istituzioni: scuola, politici e politica , sanità, scienza, si consolidava il new age. Lo Stato cominciava a frantumarsi attraverso mille autonomie, perdendo la visione della società e della politica unitaria. Ogni potere locale e regionale era autorizzato ad una politica autoreferenziale, lo Stato cominciò ad essere svuotato. I consultori familiari, conquistati negli anni settanta per le donne e per gli uomini, sul territorio diventano altro: un centro prevenzione dei tumori femminili, dove di conseguenza gli uomini oramai vanno poco . Il nuovo e giusto servizio a tutela della salute delle donne, non fu aggiunto alla funzione primaria del consultori, ma fu sostituto all ‘educazione sessuale e alla prevenzione tra le e i giovani, al supporto alla coppia.
Dopo il 1999 la realtà si trasformò sempre più in virtuale, dove tutto appariva più semplice della vita reale. Cominciò a diffondersi un esasperato senso possessivo delle cose, tra cui facevano parte anche le donne. La sconfitta non fu più considerata parte della vita privata di ognuno , peraltro le pubblicità continuavano a rimandare immagini di uomini sani, vincenti e ricchi. Delle donne, invece le stesse pubblicità , si ricordavano del loro ingombro mensile e delle perdite di urine in una certa età . Questo accade negli ultimi trent’anni in Italia, compresi i femminicidi che sono figli del loro tempo. Oggi gli stupri per strada continuano a perpetuarsi con antiche forme , mentre l’altrettanta vetusta violenza domestica ha fatto un salto di “qualità“ : è diventata femminicidio. Un dramma nel dramma, la morte violenta tra le mura di casa, anzi nel focolare domestico. Da gennaio ad ottobre del 2022 , in Italia sono state uccise in ambito familiare 74 donne , 44 per mano dei loro partner o ex partener.
E’ giunta l’ora , dunque , dell’ attenzione e dell’ impegno a potenziare la prevenzione attraverso la realizzazione di luoghi sicuri per le donne. Ma anche questo non basta , come non bastano la denunzia sulla stampa, la manifestazione di solidarietà alla famiglia , la panchina dipinta di rosso . E’ necessario intervenire sul malessere e quel senso di oscuro e di solitudine che attanagliano gli uomini violenti, soprattutto nei confronti delle loro compagne. Non basta la restrizione della libertà del persecutore: gli arresti domiciliari o divieto di avvicinarsi alla donna. L’uomo che minaccia ed esercita violenza, non mi piace la parola “maltrattante”, dovrebbe essere aiutato con l’affidamento ad uno psicologo o psichiatra allo scopo di essere sostenuto a capire le motivazione di quella rabbia contro la donna, con cui ha condiviso parte della propria vita . Non si vuole giustificare gli uomini, ma capire e fermare la loro forsennata ossessione, che va oltre il senso di un antico patriarcato
Per i giovani, allora, si impone un nuovo inizio costruito dalle istituzioni , dalla politica, dalla famiglia, dai media, dalla scuola come componente essenziale dello Stato , che diano alle bambine ed ai bambini il messaggio politico e culturale del riconoscimento delle differenze personali. Ed ancora il riconoscimento dei ruoli , che non sono le disuguaglianze, ed il riconoscimento della libertà di scelta delle donne, che non significa limitare quella dell’uomo. Consolidare una idea reale della vita in cui può insinuarsi la possibilità della solitudine , del silenzio e della perdita di persone e cose. Infine, ma non per ultimo, desidero ricordare che a Randazzo nel febbraio del 1988 fu ammazzata, da un balordo e nascosta tra la neve , Alessandra di soli 11 anni. A Giarre tutte per mano dei loro compagni di vita , dagli anni ottanta a luglio di quest’anno sono state uccise Anna Maria, Marta, Rosa e Debora.