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Paul Breitner: il “maoista” venuto dall’Ovest

Tedesco dell’ovest ma con il cuore a est, Paul Breitner, in parte terzino ma in arte il “maoista”, dopo aver vinto i mondiali in casa con la Germania (ovest) nel 1974, grazie a un suo goal (segnerà poi un goal in un’altra finale, quella dell’82 persa contro l’Italia), si rifiutò di partecipare ai mondiali successivi, quelli del 1978, per protestare contro il regime militare di Videla; quello in Argentina, in fondo, sarà il mondiale più corrotto della storia del calcio: chiedere all’italiano (guarda caso) Sergio Gonnella che arbitro la finale vinta dai padroni di casa contro un’ Olanda ormai orfana di Joan Cruyff.

Rifiutò dunque, Breitner, antesignano del boicottaggio (giusto) in tempi di mondiali in Quatar.

Antesignano, o meglio un pioniere, Breitner; al pari dei tanti ragazzi e delle tante ragazze della Libera Gioventù Socialista nell’amata DDR, al solo e unico scopo di formare le giovani generazioni al comportamento socialista.

Del resto, dicevamo, Breitner era “maoista”, il “maoista” venuto dall’Ovest: contraddizione?

Di contraddizioni ce n’è nella sua carriera; come quando, terzino del Bayern Monaco, si trasferirà nel Real Madrid: una bestemmia?

Il Real Madrid era la squadra del Re di Spagna, club negli anni ’70 protetto da Francisco Franco; pare infatti che Cruyff, a proposito, proprio per questo motivo non volle andare al Real preferendo il Barcellona.

Una contraddizione, quindi?

No! è coerenza “maoista” questa, perché “senza contraddizione – insegnava il compagno Mao – non c’è vita”.

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Marco Pitrella è nato a Brescia, cresciuto a Grammichele e residente a Catania. Giornalista-avvocato o avvocato-giornalista? per Google è un saggista. Del resto, ha scritto un libro "John Lennon e me", ormai diventato un brand di magliette e mutande. Di anni 37, non è ancora pronto per la mezza età.
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