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La scomparsa di Louise Fletcher, Premio Oscar per “Qualcuno volò sul nido del cuculo”

 

Si è spenta il 23 settembre, all’età di 87 anni, Louise Fletcher, attrice statunitense il cui nome, probabilmente, dirà poco agli appassionati meno attenti. Anche loro però riconoscerebbero senza problemi il personaggio che le diede fama, notorietà e successo: l’infermiera Mildred Ratched di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman (film del 1975 tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey).

La Fletcher, fino a quel momento, era stata una valida ed eclettica professionista, capace di adattarsi ad ogni tipo di ruolo e di produzione (anche i film western, nei quali la sua figura di donna molto alta ben si adattava ai protagonisti di quelle pellicole, quasi sempre autentici marcantoni); ottenne il ruolo dell’ infermiera Ratched dopo una serie incredibile di rifiuti da parte di altre attrici: Jeanne Moreau, Colleen Dewhurst, Ellen Burstyn, Angela Lansbury e Geraldine Page, una dopo l’altra, dissero “no” a Forman.
Non sempre, tuttavia, una scelta di ripiego si rivela infelice, anche al cinema: l’interpretazione della Fletcher, infatti, fu uno dei punti di forza di un film che, oltre a diventare un enorme successo di pubblico, rimase scolpito nella memoria di ogni cinefilo. La severità disumana, la freddezza glaciale, l’imperturbabilità, la mefistofelica capacità di angariare i pazienti di un ospedale psichiatrico, e di vendicarsi quasi con ferocia per ogni minimo gesto di dissenso, fecero dell’infermiera Ratched una delle rappresentazioni più efficaci della cattiveria al cinema, e una delle più inquietanti, perché proveniente da una figura che dovrebbe prendersi cura dei più deboli, invece di vessarli. La perfetta metafora di una società che schiaccia gli indifesi, nella quale il rispetto delle regole, anche quelle più assurde, diventa un culto pagano difeso da inflessibili cerberi.
Per l’interpretazione in “Qualcuno volò sul nido del cuculo” la Fletcher vinse un Oscar come migliore attrice protagonista, sconfiggendo interpreti del calibro di Isabelle Adjani, Ann Margret, Carol Kane e Glenda Jackson (in una edizione nella quale, ricordiamolo, Forman vinse come miglior regista davanti a gente come Kubrick, Fellini, Altman e Lumet);il prosieguo della sua carriera fu dignitoso e soddisfacente, al cinema  e in televisione, ma senza vette particolari. Quelle le aveva già raggiunte nel 1975, grazie a Milos Forman, e ad una terribile infermiera, che nessuno di noi vorrebbe mai incontrare in vita sua.

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Ivano Di Puglia, 49 anni, ingegnere edile e libero professionista. Appassionato di cinema sin da bambino, dello sport in generale e del tennis in particolare, amante dell'arte, della letteratura (anche quella a fumetti), della poesia. Ha collaborato, per un breve periodo, alla fanzine cinematografica "The Ed Wooder".
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