14 ottobre 1920, a Palermo Giovanni Orcel viene assassinato dalla mafia

La sera del 14 ottobre 1920 a Palermo in corso Vittorio un uomo venne pugnalato a morte e quando si seppe la notizia del suo assassinio la città fu bloccata da uno sciopero generale. La vittima dell’agguato era Giovanni Orcel ucciso da un sicario all’angolo fra corso Vittorio Emanuele e via Collegio del Giusino. Orcel, sindacalista schedato dalla prefettura quale “socialista rivoluzionario”, tornava a casa in compagnia dell’amico Pietro Parrino, dopo aveva lasciato la sede palermitana della Fiom. Fu ucciso per ordine del capo mafia del mandamento di Prizzi, Sisì Gristina, e fu seppellito nel cimitero dei Cappuccini a Palermo. A lui venne intitolata la piazza che sta davanti l’ingresso dei Cantieri Navali di Palermo.
Orcel fu sempre consapevole che il suo destino poteva essere quello di venire ammazzato , però non si fermò davanti alle minacce e i pericoli. Fu ucciso al termine di una vertenza che era nata con l’occupazione del cantiere navale da parte degli operai. Orcel fu il leader dei lavoratori metallurgici di Palermo e quelli furono anni di forti agitazioni sociali, di lotte dure e di vertenze difficili. Quando la Palermo operaia apprese che questo eroe del popolo era stato appena ucciso, scese in strada per dare vita a un corteo che attraversò tutta la città.
Per la Cgil Palermo, Orcel è una figura fortemente simbolica, uno degli esponenti principali del movimento sindacale italiano e a lui è intitolata la Camera del Lavoro. Il 14 ottobre di ogni anno la Cgil lo ricorda sotto la targa a lui intestata, nel luogo dove fu ucciso con una pugnalata al fianco. Giovanni Orcel trova posto nel nostro calendario dedicato alla memoria dei tanti sindacalisti uccisi a Palermo e provincia. Purtroppo queste figure non sono ricordati come si deve e bisogna riportare alla luce storie rimaste ingiustamente troppo a lungo nell’oblio. Bisogna intitolare ai protagonisti del movimento antimafia e sociale numerose strade come propone la Cigil denominandole le ‘vie dei diritti’.Giovanni Orcel fu un grande dirigente sindacale protagonista e animatore delle battaglie in difesa del mondo del lavoro e per affrancare i lavoratori ,il popolo dal dominio mafioso nei territori del palermitano. Ebbe un coraggio inusitato per quell’epoca e rivolse gran parte del suo impegno a fianco dei lavoratori dei Cantieri Navali affinché si ottenessero le commesse senza la tara mafiose fu sempre a viso aperto contro i mafiosi e lo sfruttamento degli operai. In quegli anni l’Italia era percorsa dal “biennio rosso” e Orcel seppe operare per collegare il mondo operaio con quello contadino lottando insieme a Nino Alongi,ucciso anch’esso il 29 febbraio dello stesso anno. L’intuizione di Orcel anticipò sul piano culturale la moderna lotta per la legalità prendendo consapevolezza della necessità di unificare le forze del lavoro. Comprende che gli operai,i contadini e i braccianti possono muoversi insieme per cambiare le condizioni di tutti e intese fornire a lo una forte rappresentanza sociale. Pertanto anche tutto ciò può essere stato alla radice del suo omicidio in un contesto storico in cui la nascita del fascismo avrebbe tacitato ogni forse d’opposizione.