Trattativa Stato mafia: la Procura Generale presenta ricorso in Corte di Cassazione

Nuova puntata giudiziaria sulla trattativa Stato mafia. Com’era prevedibile la procuratrice generale di Palermo Lia Sava e i sostituti Giuseppe Fici e Sergio Barbiera hanno, quindi, presentato ricorso in Cassazione poiché ritengono “contraddittoria” e “illogica” la sentenza della Corte di Assise di Appello sulla trattativa che nel settembre 2021 ha assolto gli ufficiali del Ros Giuseppe De Donno, Mario Mori e Antonio Subranni “perché il fatto non costituisce reato”, e l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri “per non avere commesso il fatto”. Mentre gli unici ad essere Unici condannati i boss Leoluca Bagarella (a 27 anni), cognato di Totò Riina, e Antonino Cinà (a 12 anni). La Procura Generale nel ricorso ha precisato che “la Corte di Assise di Appello ha contraddittoriamente ed illogicamente assolto Subranni, Mori e De Donno, sul presupposto erroneo che gli stessi abbiano agito con finalità ‘solidaristiche’ e in assenza del dolo, anche sotto forma della volizione eventuale e pertanto accettata, ovvero di aver agito per alimentare la spaccatura asseritamente già esistente (ut infra) in Cosa Nostra tra l’ala stragista e l’ala moderata, amplificando, oltremodo, i motivi dell’agire illecito, pacificamente, irrilevanti ai fini della connotazione dell’elemento soggettivo”.
Invece secondo quanto afferma la Procura generale gli ufficiali dell’Arma “agirono consapevolmente nella certezza di ricevere richieste contrarie all’ordine pubblico, promosse da Cosa nostra, e di farsene latori innanzi gli organi istituzionali competenti per il loro soddisfacimento”.
Per quanto riguarda il fondatore di Forza Italia ,Marcello dell’Utri ,l’assoluzione apparirebbe con motivazioni caratterizzate da lacune oltre che illogicità e contraddizioni. Tutto ciò deriverebbe dal fatto che l’ex senatore forzista, afferma la Pg, “è navigato ed esperto uomo di confine tra Cosa nostra e le alte sfere dell’imprenditoria nazionale”, nonché “amico scomodo del Presidente del Consiglio (Berlusconi, ndr), uomo comunque di straordinaria intelligenza e straordinaria capacità”.
“Non è dato comprendere perché Dell’Utri – continua la Pg – si sia tenuto per sé il messaggio ricattatorio dei vertici mafiosi non riportandolo al destinatario finale, che era colui per il quale si era interessato per la tessitura di un accordo elettorale, poi andato a buon fine”.