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Venticinque anni fa a Palma di Montechiaro il delitto dell’Agente di Polizia Locale Giovanni Fazio

Venticinque anni fa il 21 settembre 1997 un giovane agente della Polizia locale di Palma di Montechiaro,Giovanni Fazio, venne freddato con due colpi di pistola mentre aveva finito il suo turno di lavoro  e stava per rincasare tra le mura domestiche. Gli assassini ancora oggi sono ignoti anche se il fatto criminale sembra ricollegabile ad una azione criminale della “stidda” che imperversava nel territorio.  L’agente aveva 36 anni, fu ucciso verso la mezzanotte di quel tragico giorno, lasciò la moglie ed un figlio che all’epoca dei fatti aveva 5 anni. Appena scese dall’auto venne raggiunto al torace da due colpi di pistola 9×21 che lo uccisero senza scampo. Poi  il killer si avvicinò al corpo della vittima, violandolo vilmente anche nel momento dell’agonia e sottraendo la pistola d’ordinanza.Un sacrificio senza verità e, dunque, la famiglia lotta da anni per conoscere la verità completa e desidera sapere cosa sia successo. Ogni anno tengono sempre vivo il ricordo quelli del Sulp (Sindacato Autonomo Lavoratori della Polizia Locale) anche se un barlume di luce vi è stato soltanto nel 2010, quando un collaboratore di giustizia dichiarò  che si è trattato di un assassinio di Mafia, un delitto deciso dalla “Stidda” (“Stella”) un ramo del crimine organizzato che per anni fu in lotta contro Cosa Nostra in una dura sanguinaria guerra per dominare i traffici illeciti del territorio agrigentino. Dunque si è trattato di in assassinio deciso da tempo per punire un uomo perbene e un agente onesto che va ricordato come un esempio indelebile nella memoria collettiva. La moglie insegnante Antonella Montalbano e il figlio Michele  ricordano il congiunto con tanto amore rievocando la sua figura di un uomo sempre allegro e sempre disponibile con il prossimo. Un uomo rispettoso dei valori della legalità,dedito al lavoro, ligio al dovere . Oggi lo Stato ha riconosciuto a Giovanni Fazio lo status di vittima del dovere anche se il movente e gli autori restano ancora oggi sconosciuti. Antonella Montalbano ritiene che il marito abbia potuto pagare con la vita per qualche provvedimento d’ufficio da lui eseguito nell’ambito della lotta all’abusivismo edilizio. Onore a questo martire siciliano.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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