L’idea di contaminarsi

Tempi bui di isolamenti forzati, di dialoghi inesistenti e conflitti permanenti accompagnano l’umanità e deturpano la vita associata. Eppure una dote preziosa dell’umanesimo e dell’illuminismo è il contaminarsi reciprocamente nelle differenze culturali e morali. Non solo è un tema che riguarda le nazioni e gli stati , le comunità religiose e le entità istituzionali, bensì un’esigenza esiziale da far valere sempre in modo permanente nelle nostre case tra padri e figli,tra fratelli e sorelle , tra famiglie vicine, tra colleghi nei luoghi di lavoro e quant’altro. La ricchezza di contaminarsi significa includere l’altro in sé anche nella differenza del modo di pensare e anche non condividendo le sue idee, non significa sicuramente cambiare idea ogni piè sospinto. Ci da l’idea dell’ascolto nella polis e della disponibilità ad interiorizzare nell’ego la cultura dell’altro(esperienza e conoscenza) senza piegarsi all’adulazione ostentata e all’accettazione pedissequa. Il tema si presenta in varianti e colori diversi che implicano sentieri inesplorati dell’agire e del pensiero di cui spesso la nostra civiltà ancora oggi è sfornita rinchiusa com’è nei dogmatismi ideologici e nei fondamentalismi settari. Oltre le istituzioni la cultura di ciascuno di noi deve fare la propria parte per edificare un vissuto che dirami parole di senso e metafore icastiche. Forse sono utopie e probabilmente anche distopie. Speriamo che giunga il tempo in cui gli uomini di cultura ovunque si trovino dicono la loro in pubblico e in privato, nei cenacoli e nelle sale per indicare il proprio punto di vista,aiutare con saggezza la nostra umanità inabissata in un sonno della ragione che generare mostri.