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Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
Il tempo: la ricchezza per l’umanità
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Una nuova socialità

Osservo con animo sempre più desolato il tragico teatrino politico del nostro Paese.

Per molti anni ne ho fatto parte, nel tentativo, purtroppo vano, di renderlo minimamente più decoroso. 

Troppe falsità, ipocrisie e furbizie, interessi personali e di parte prevalenti su quelli collettivi.

Molta disonestà, ignoranza  e superficialità. Demagogia a profusione.

Non individuo progetti seri e a lungo termine, proposte di riforme strutturali per risolvere i tanti e gravi problemi degli italiani.

Uno, in particolare, mi sembra prioritario: quello delle tante disuguaglianze.

Disuguaglianze di genere, economiche, lavorative, nel godimento dei diritti fondamentali della persona.

I poveri sono 5 milioni e 600 mila, in aumento rispetto a qualche anno fa.

Il 23% dei contratti di lavoro, spesso a tempo determinato, hanno salari inferiori ai 780 euro del reddito di cittadinanza. La politica, a tutti i livelli, non si occupa seriamente degli esclusi e dei diseguali.

La dignità di costoro viene sempre più compressa.

Ho una sensazione di impotenza, e di essere dentro un acquitrinio melmoso dal quale è difficile uscire.

Ma qualcosa bisogna pur fare.

Cominciando dalle realtà a noi più prossime, quali i comuni e le regioni. Nei prossimi giorni ci penserò.

Voglio, devo pensarci. Non accetto di passare il resto della mia vita sdraiato, malinconicamente, sul divano.

Ascolto le cronache della crisi politica del nostro Paese e mi assale un profondo senso di nausea. 

Confermo in pieno quanto ho scritto in merito due giorni fa e, per chi voglia, lo trova nel mio profilo.

Desidero affrontare un tema correlato, che può rappresentare una ipotesi di soluzione.

Certo, dobbiamo continuare a impegnarci per cambiare la realtà, ma occorrerà molto tempo.

Quello che certamente possiamo fare subito è cambiare noi stessi 

Dobbiamo contrastare la logica mercantile della vita e dei rapporti, che impone modelli di comportamento che spersonalizzano e rendono schiavi.

Dobbiamo recuperare la piena libertà, decidere di utilizzare il tempo per ciò che veramente ci stimola e appassiona.

Il tempo libero è necessario per coltivare gli affetti, perchè sono questi e non le cose che ci rendono felici.

Abbiamo bisogno di relazioni umane, di amore.

 Abbiamo bisogno di tempo per la coppia umana, per i figli e i nipoti.

Abbiamo bisogno di amici, che siano anche compagni di strada per progetti comuni.

Abbiamo il diritto di combattere per la nostra felicità, perchè la vita scorre via e non possiamo comprarla in un supermercato.

Se cominciamo a cambiare noi stessi potremo cambiare il mondo.

Lentamente e con pazienza lo potremo cambiare.

Dobbiamo guardare avanti, con coraggio e  speranza.

Vivere con intensità, con passione e desiderio.

Impegnarci affinchè questo modo di essere divenga dimensione collettiva.

Improvvisamente ci accorgeremo di stare meglio e che, forse, anche la realtà comincia a cambiare.

Non vaneggio, credetemi.

Vi invito ad accoglierlo quale suggerimento di riflessione per le vacanze estive.

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Laureato in Giurisprudenza nell’ Università di Catania. Avvocato penalista di lunga e consolidata esperienza, patrocinante presso la Suprema Corte di Cassazione e Giurisdizioni Superiori. In particolare modo svolge attività di assistenza e consulenza legale, nonché attività di rappresentanza e difesa in sede contenziosa e stragiudiziale, principalmente nel settore del diritto penale e prevalentemente nelle seguenti materie: Reati contro l’ordine pubblico; Reati contro la Pubblica Amministrazione; Reati contro la persona; Responsabilità medica; Diritto penale del lavoro; Reati contro il patrimonio. E’ stato uno dei fondatori del Movimento La Rete e poi deputato regionale dello stesso gruppo politico all’Assemblea Regionale Siciliana per due legislature. E’ un animatore e un attivista dell’impegno antimafia a Catania in Sicilia e si è distinto nell’attività professionale difendendo molti collaboratori di giustizia che hanno reciso i legami con Cosa Nostra.
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