Loading
Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
Il tempo: la ricchezza per l’umanità
Nuovo quotidiano d’opinione e cultura

Quintessenza di vita

Recensione del Libro di Antonio Di Mauro, Società Italiana Spiriti (Poesie)

Edizioni Stampa 2009, “la Collana”, a cura di Maurizio Cucchi

Era forse un privilegio, negli anni ’80, entrare nella deliziosa Biblioteca  di Aci Bonaccorsi (CT) ed essere accolti dal poeta Antonio Di Mauro, che  anche organizzava eventi (ormai oggi) rari, dove potevi avere letteralmente l’onore di conoscere un Franco Fortini o un Maurizio Cucchi, che davano testimonianza di reciproca stima al nostro poeta etneo.

Erano gli anni del libro di poesia di Antonio Quartiere d’inverno (Amadeus, 1986), che a tanti ci diede modo di credere nella poesia. Lui uomo dolce e sensibile, certamente rifuggiva dal clima militaresco che il titolo avrebbe potuto far intendere. In realtà il titolo poteva dare anche un forte senso di rigore intellettuale (non militare) ad una poesia, che Maurizio Cucchi definisce “una narrazione in versi”.

Ecco che trentacinque anni riescono a dare solo maggior spessore alla poetica del Di Mauro, che con questo Società Italiana Spiriti, dopo il già lontano Acque del fondale (Jaca Book, 2003), ritorna in scena con la continuità della poesia, che da sempre segna la terra siciliana, e si appalesa teatralmente nei tanti personaggi che il libro presenta, tra le righe. Esseri  e vicende che tornano alla mente provenendo da lontano dalle “Storie dell’età dell’oro”, che non è  rimpianto per gli anni passati, ma è anche un rifiuto dei tristi tempi odierni.

Ma la poesia di Antonio ha sempre un legame con l’intera cultura europea, di noi che siamo, particolarmente in Sicilia, figli di Eva e di Ulisse. Oltre che per rendere l’atmosfera del “Natio borgo selvaggio”, i riferimenti alla cultura religiosa sono tradizione e simbolo, anche nelle citazioni d’introduzione ai capitoli: Vangelo di Giovanni, ma anche Leopardi, D’Arrigo, Eschilo, ma anche Van Gogh. Altre “chiamate a correo” si trovano tra i versi, nei riguardi di Maurizio Cucchi e Dante: « presi per incantamento », Franco Fortini: « prima che si dissolva ogni cosa composta », Salvo Basso, Remo Pagnanelli, ma anche il musicista Giuseppe Tartini: « alcuni fendenti vibrati ».

Una catena di culture e sentimenti che si sgrana, come un rosario laico, in una narrazione di emozioni che, partendo dall’infanzia, giunge alla fine della vita, traslata, di rimando, alla vicenda clinica paterna, e per questo più profonda e vicina.

Ma siamo certi che l’esempio dei padri e la lingua delle madri ci accompagna nella gradita e lieve lettura delle poesie di Antonio Di Mauro, che suscita dentro di noi una vera e propria rinascita di sentimenti perduti, se non una palingenesi di fedi ed emozioni, che partono dal divino per giungere all’umano, grazie ai suoi versi. Messaggio di ricerca del divino, evocata ed invocata nella lieve, dolce e fulminante dedica agli amati genitori del poeta, che per elegiaco depistaggio rinomina in “Filemone e Bauci”, millenario esempio di amore e di rispetto per l’uomo e del divino.

Forse un capitolo intero meriterebbe il misterioso, perché polivalente, titolo del libro. Dietro l’anonima ragione sociale di una ditta del nord, che era acquirente dei prodotti della distilleria di famiglia, la “Società Italiana Spiriti”, appunto, si nasconde un caleidoscopio di significati e significanti. Tra questi emerge più prorompente, come l’alcol dalla sua colonna in distilleria, il parallelo (se non il paradigma) con il lavoro del poeta che distilla, dall’enorme repertorio delle parole, quelle giuste per fare poesia. Ecco come Antonio Di Mauro ci conferma e ricorda che la Poesia è la quintessenza della vita.

Share Article
TOP