Upload

Serie creata da Greg Daniels, con Robbie Amell, Andy Allo, Allegra Edwards, Owen Daniels. Usa, 2020/2022 (17 episodi) In streaming su Amazon Prime
Greg Daniels ha realizzato la versione americana di “The Office”, scanzonata e spudorata combriccola di dirigenti e impiegati che si è avvalsa della penna di Ricky Gervais (cui si deve l’originale della BBC) e dell’interpretazione di Steve Carell. Qui prende un’ideuzza neanche tanto originale e la piega ai desideri dell’entertainment, mescolando commedia romantica, fantascienza, un pizzico di thriller e tanta cultura da videogame. Il risultato, con il nostro protagonista Nathan Brown che muore a inizio serie e viene uploadato in un cloud dove è possibile conservare le proprie fattezze e abitudini continuando a vivere con la propria coscienza in un mondo virtuale (interagendo addirittura con gli esseri umani in carne e ossa), non sarebbe di grande interesse se non fosse che Zuckerberg, con le sue sviolinate sul Metaverso, ha fatto tornare di gran moda l’idea di una esistenza parallela. Nathan, che nella splendida e inesistente Lakeview si trova a dover fare i conti con una divisione in classi sociali, il sospetto di essere stato ucciso, un cameriere maggiordomo replicabile all’infinito, una fidanzata che lo perseguita persino all’altro mondo, un angelo custode (Nora) di cui non può che innamorarsi, e (pure) degli anarchici luddisti che vogliono distruggere tutto, riassume in sé pregi e difetti della serie. Scanzonata e divertente, quanto spesso eterea e inconsistente. Insomma, ci si scusi il gioco di parole, l’insostenibile leggerezza della vita virtuale si scontra con la pesantezza di una sceneggiatura che vuole fare i conti con diversi generi mescolandoli grazie a un frullatore che dovrebbe vedere in primo piano commedia e comicità. Il frappè risulta solo a sprazzi ma, se volete rilassarvi e liberare la mente senza pensare a nulla di serio, forse la visione vale la pena. A meno che poi non vi venga in mente che la fantascienza spesso anticipa gli accadimenti della vita reale e che perciò l’universo configurato in Upload possa davvero essere un futuro possibile, proprio a partire dagli esperimenti tipo “Second Life” (con gli avatar che riescono quasi a vivere di vita propria), o dal misterioso Metaverso annunciato dall’inventore di Facebook. In tal caso la commedia si prefigura più che altro come un incubo da cui è difficile risvegliarsi, specie se, diversamente dal protagonista del film, a noi mortali non sarà dato più modo di ritornare nel nostro corpo fisico e saremo costretti a sopravvivere in eterno in un mondo virtuale cui non si può sfuggire, se non coi soldi.
Voto: 6