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Il genio e il talento di Carlo Levi

Mi preme ricordare la straordinaria figura di Carlo Levi, che fu un intellettuale a tutto tondo e si cimentò come scrittore, pittore e svolse anche un’attività politica. Con la sua opera letteraria “Cristo si è fermato ad Eboli” è stato uno dei più grandi narratori del novecento, celebre in tutto in il mondo.

Nacque a Torino ed era il nipote di uno dei padri del socialismo italiano Claudio Treves. Proveniente da una famiglia ebrea della borghesia torinese, si dedicò da ragazzo alla pittura, da sempre sua prima grande e irrefrenabile passione. Ebbe modo di conoscere anche Piero Gobetti che lo invitò a scrivere per la rivista Rivoluzione liberale e, cosi, entrò in contatto con tutta l’avanguardia della pittura della capitale piemontese. Nel periodo degli studi universitari in medicina venne a contatto con personalità del mondo culturale torinese come Cesare Pavese, Giacomo Noventa, Antonio Gramsci, Luigi Einaudi e anche con pittori del calibro di Edoardo Persico, Lionello Venturi, Luigi Spazzapan.

Nel 1923 andò a Parigi, dove ebbe contatti per la prima volta, con le opere di Amedeo Modigliani e di Chaïm Soutine,nelle cui opere  lesse una forte ribellione contro la retorica fascista e la cultura ufficiale italiana avvolta nella propaganda forsennata e nell’apologia del nascente regime. Durante la permanenza in Francia scrisse il suo primo articolo per la rivista L’Ordine Nuovo di Antonio Gramsci. Diventò un medico e rimase presso la Clinica Medica dell’Università di Torino, come assistente universitario, mentre non esercitò mai la professione scegliendo l’arte, la pittura e l’attività giornalistica.

Frequentò e divenne amico di Felice Casorati, che aiutò e sostenne il giovane Levi al punto che ebbe modo di partecipare anche alla Biennale di Venezia del 1924. A Parigi mantenne uno studio e la sua pittura venne influenzata dalla Scuola di Parigi con la conseguenza di un mutamento stilistico e artistico. Espose in tutta Europa insieme al movimento dei sei pittori di Torino e si pose, comunque, in  piena libertà espressiva e in contrapposizione netta, non solo formale, ma anche sostanziale, alla retorica ridondante dell’arte ufficiale, la quale, già, si sottomise com’è ben noto al conformismo del regime fascista e al tempo stesso Levi si schierò contro il modernismo ipocrita del movimento futurista. Nel 1931 maturò una consapevolezza politica e aderì al movimento antifascista di “Giustizia e libertà, fondato tre anni prima da Carlo Rosselli.

Nel 1932 partecipò alla  Biennale di Venezia presentando le opere: L’uomo rosso (1929), Scena di frutta (1930) e Natura morta con melograni (1930). La presunta e relativa tolleranza del regime nei suoi confronti cessò nel marzo del 1934 e, così, venne arrestato per sospetta attività antifascista. Subito, il 15 maggio 1935, su denuncia dello scrittore fascista Dino Segre, venne raggiunto da un secondo arresto e, quindi, condannato al confino nel paese lucano di Grassano, per essere definitivamente confinato nel piccolo centro di Aliano, in provincia di Matera. Qui ebbe la fervida ispirazione per quello straordinario romanzo che scrisse “Cristo si è fermato a Eboli”. Nel romanzo il paese viene chiamato Gagliano, che cosi, in tal modo verbale, imitò la pronuncia locale. Il regime fascista nel 1936 conquistò l’Etiopia e sulle ali dell’entusiasmo per la creazione dell’impero concesse la grazia a tanti confinati tra cui Carlo Levi. Cosi lo stesso ebbe modo di ritornare a Parigi, per poi rientrare in Italia nel 1943 dove aderì al Partito d’azione.

Nel 1945 su Einaudi venne alla luce il suo capolavoro “Cristo si è fermato a Eboli”, scritto nei due anni precedenti. E’ un opera in cui descrisse la realtà di quella terra, come in una tela pittorica e, cosi’, denunciò le condizioni di vita disumane di quella popolazione contadina, dimenticate dalle istituzioni dello Stato, alle quali “neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta”. Il romanzo ebbe una risonanza mondiale e mise in ombra la sua attività di pittore che, comunque, per l’influenza della Lucania divenne ancora più rigorosa, essenziale con un realismo sobrio ed elegante. Nello stesso anno della pubblicazione del libro, Carlo Levi si legò sentimentalmente con Linuccia Saba, figlia del poeta Umberto Saba, e questa storia d’amore durò sino alla morte dell’artista. Levi continuò con rara passione l’attività del giornalismo e come direttore del quotidiano romano “L’Italia libera”, che fu l’organo del Partito d’Azione, si occupò di inchieste e partecipò a iniziative di carattere politico-sociali sulle condizioni di arretratezza del Mezzogiorno d’Italia. In seguito collaborò per molti anni con il quotidiano “La Stampa” di Torino.

Partecipò con quadri alle edizioni della Biennale di Venezia degli anni 1948, 1950, 1952. Nel 1954 aderì al gruppo neorealista e partecipò ad altre due edizioni dell’esposizione veneziana, nel 1954 e nel 1956, con dipinti solo di stile realistico in linea con la sua scrittura.

Proseguì l’attività di scrittore e scrisse altri romanzi quali “L’orologio”, in cui soffermò sugli anni della ricostruzione economica italiana.Poi scrisse  Le parole sono pietre, sui problemi sociali della Sicilia che fu anche vincitore nel 1956 del Premio Viareggio per la Narrativa. Nel 1961 dipinge il grande pannello Lucania ’61, una tela delle dimensioni di m. 18,50 x 3,20 che rappresentò la Basilicata all’Esposizione internazionale Italia ’61 di Torino e che dedicò  alla memoria di Rocco Scotellaro, poeta lucano suo amico e simbolo della civiltà contadina. Questa gigantesca tela è ora esposta nel Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata sito a Matera nel Palazzo Lanfranchi.

Nel 1963 si decise di dare sostanza alle sue inchieste sociali sul degrado generalizzato del Paese e mosso dal desiderio di contribuire a modificare una politica stratificata su un immobilismo di conservazione di certi diritti acquisiti anche illegalmente, passò, quindi, dall’impegno artistico alla pratica attiva e accettò l’invito dagli alti vertici del Partito Comunista Italiano a dedicarsi alla politica nelle istituzioni.

Cosicchè fu candidato ad un seggio senatoriale, venne eletto per due legislature Senatore della Repubblica, come indipendente del Partito Comunista: la prima volta nel collegio di Civitavecchia, nel secondo mandato nel collegio di Velletri.

Nel gennaio 1973 subisce due interventi chirurgici per il distacco della retina. In stato temporaneo di cecità riuscirà a scrivere Quaderno a cancelli, pubblicato postumo nel 1979 senza la parte finale, recentemente recuperata dallo studioso D. Sperduto, e a tracciare 146 disegni. Nel 2020 l’Einaudi pubblicherà l’edizione filologicamente corretta dell’opera, secondo le disposizioni dell’autore. Carlo Levi morì nel 1975.

La salma dello scrittore torinese riposa nel cimitero di Aliano, dove volle essere sepolto per mantenere la promessa di tornare che aveva fatto agli abitanti lasciando il paese.

In realtà, Levi tornò più volte in terra di Basilicata nel secondo dopoguerra. Ne sono testimonianza le numerose foto custodite nella pinacoteca dedicatagli nel comune di Aliano, che lo ritraggono nelle varie località della provincia di Matera assieme a suoi amici personali ed agli stessi personaggi protagonisti del suo libro più famoso.

Ad Aliano è stato realizzato il Parco letterario Carlo Levi che promuove numerose iniziative legate alla memoria dello scrittore e pittore torinese, come i viaggi sentimentali nei luoghi legati al confino di Levi, e giornate di degustazione di prodotti tipici. Inoltre ogni anno si svolge ad Aliano il Premio letterario nazionale Carlo Levi.

Nel 1975 la compagna Linuccia Saba, su esplicita richiesta testamentaria del pittore, istituì la Fondazione Carlo Levi, divenendone primo presidente.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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