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Il coraggio della giornalista Marina Ovsyannikova

Intervistata da Fabio Fazio ha confermato che continuerà la sua lotta non abbandonando la Russia

Adesso la giornalista russa Marina Ovsyannikova che è apparsa in diretta tv mostrando un cartello contro la guerra rischia di essere condannata ad una pena sino a 15 anni a causa delle leggi liberticide approvate nella Federazione russa. La giornalista per ora è stata condannata solo ad un multa e in collegamento con la  trasmissione televisiva “Che tempo che fa”   ha confermato quello che tutti apprendono dalla riduzione assoluta della libertà di informazione in Russia. Oggi il suo coraggio è messo a dura prova poiché la donna conosce bene i pericoli a cui è sottoposta lei e la sua famiglia.

 “Certamente che ho paura, sono una persona normale, una abitante di Mosca e ho due figli che tiro su da sola e ho più paura per loro che per me stessa”. E naturalmente teme soprattutto per i suoi ragazzi :“Ho paura che i miei figli possano” essere oggetto di “una aggressione a scuola, o per strada. Fin da subito, da quando è iniziata la guerra, avevo deciso di licenziarmi dal canale, perché i miei punti di vista erano molto distanti”. Poi la stessa giornalista reporte spiega com’è nata la sua idea: “Due giorni prima della mia settimana lavorativa sono andata in cancelleria, ho comprato i pennarelli e ho fatto quel cartello, in inglese per lo spettatore occidentale, perché vedesse che tutte le persone russe sono contro la guerra, e in russo perché lo spettatore russo non credesse alla propaganda russa e cercasse altre informazioni”. Naturalmente non ha ricevuto  solidarietà : “Solo una persona mi ha scritto alcuni messaggi, e non la conosco direttamente. Ma tra i colleghi nessuno mi ha contattata”. Il telegiornale Canale Uno dove la giornalista lavorava ora, “trasmette le notizie con un minuto di ritardo, ed è vietato fare il mio nome”. Marina Ovsyannikova ha detto di aver subito intimidazioni proprio a seguito della sua clamorosa protesta  : “Ho trovato le gomme della mia auto tagliate, e il giorno dopo non si metteva in moto. Cose poco piacevoli che credo siano una vendetta da parte della polizia o del servizio di sicurezza del primo canale che ha cercato così di intimorirmi”. E ha continuato: “Se quelle persone sulle quali ho contato sono scomparse, delle nuove mi stanno dimostrando solidarietà. Non c’é un licenziamento di massa e dobbiamo capire, tuttavia, che queste persone si trovano nella condizione in cui se lasciano quel canale non trovano più un posto lavoro, essendo ormai chiusi o bloccati i canali di opposizione. Sono persone che magari hanno famiglia e non hanno la possibilità di permettersi di lasciare il lavoro che li fa vivere”.

Ovsyannikova ha detto che è stata interrogata per 14 ore, poi in seguito al pagamento di una multa è stata rilasciata, mentre il peggio deve ancora venire perché secondo le leggi rischia una pena fino a 15 anni di carcere. “Adesso le informazioni in Russia sono davvero ridotte perché tutti i mass media dell’opposizione sono bloccati, o chiusi e lo stesso lo è anche per anche i social. Attualmente i russi non sanno dove trovare informazioni veritiere perché hanno soltanto a loro disposizione i canali dello Stato”. La giornalista afferma che si riduce drasticamente il consenso intorno a Putin e al suo regime : “Secondo le ultime indagini sociologiche il 50% della popolazione russa sostiene questa guerra e il 50% è contro, e queste sono delle indagini indipendenti. Ma se vediamo le indagini fatte dai centri nazionali il quadro è diverso e si parla del 70% a favore di questo intervento: dobbiamo ricordare che sono persone che hanno ricevuto il lavaggio del cervello dalla propaganda nazionale. Adesso dalla mattina alla sera abbiamo degli show politici dove si parla male dell’Ucraina e dove si dice che questo paese deve scomparire – dice la giornalista -. Le persone sono ‘zombizzate’ da questa propaganda”.

La giornalista è stata anche  accusata di essere una spia inglese  dallo stesso direttore del telegiornal per cui lavorava , Kirill Kleimenov che ha fatto un’intervenuto in video dicendo che la collega “molto prima della protesta” aveva avuto contatti  “con l’ambasciata britannica”. Bisogna anche dire che Londra smentisce queste accuse.

Ovsyannikova ha espresso anche il suo punto di vista sulle sanzioni comminate dai paesi che si oppongono all’invasione dell’Ucraina: “Colpiscono duramente non solo gli oligarchi, ma tutti i russi, anche la classe media che guarda a Occidente. La russofobia è al massimo. E questo umore potrebbe provocare una reazione opposta. Serve il dialogo, magari grazie alla cultura”.  A tal proposito la giornalista mette in guardia da questi atteggiamenti di rigetto e dice che  , “credo sia l’approccio sbagliato censurare le cose appartenenti alla cultura russa”. Anche se aveva ricevuto l’invito dalla Francia ad abbandonare la Russia dichiara che non lascerà il suo Paese : “Io sono una patriota, e i miei figli lo sono ancora di più. Vogliamo restare qui”.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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