La lotta per la libertà dell’Ucraina nella poesia di Vasyl Stus

Morì nel 1985 imprigionato dal regime sovietico
Affondiamo nelle radici della storia dell’Ucraina oggi devastata da una guerra di occupazione che tarda a finire e scopriamo che nel 1938 ,nacque Vasyl Stus, che divenne un poeta tra i maggiori della cultura ucraina che in Italia è poco noto. La Russia ha sempre vissuto con regimi guidati da dittature che da Stalin sino a Putin ha perseguitato e represso il dissenso deportando e imprigionando gli oppositori. Anche negli anni settanta gli oppositori del regime comunista vivevano odissee indicibili. E’ questo è il caso vissuto dal poeta Vasyl Stus che venne imprigionato più volte patendo le sofferenze dolorose per il destino della patria ucraina che non riusciva ad esprimere la sua identità nazionale. Vasyl Stus detenuto in una solitudine disperata tentava di ricordare in tutti i modi la propria Ucraina e non riusciva però ad intravedere la luce di una speranza, di una rinascita possibile. Stus era diventato un apostolo dell’Ucraina libera e fu uno degli esponenti principali del movimento culturale giovanile che invocava l’indipendenza della sua patria nonostante la dura repressione a cui venivano sottoposti gli intellettuali del dissenso. Stus ebbe modo di partecipare divenendo un’attivista delle proteste contro il regime dell’Urss che negava la libertà di pensiero, redigendo diverse lettere indirizzante alle autorità per difendere gli scrittori arrestati e si illuse sulla possibilità di essere ascoltato cercando un ragionevole dialogo con il potere. Nel 1972 venne però arrestato con l’accusa di attività antisovietica e trascorse sette anni tra i lager della Mordovia e della Kolyma. Rimesso in libertà si impegnò apertamente nella difesa dei diritti civili ed umani e, quindi, venne nuovamente condannato a quindici anni di reclusione.
La poesia di Stus sono un’invocazione di alto valore morale per la difesa della libertà .Il poeta visse sempre sentimenti contrapposti tra dolore fatalistico e desiderio di lottare sino alla fine per il riscatto civile della sua patria. La sua poesia si muove perennemente tra il buio e la luce, il silenzio e la parola, la speranza e la disperazione.
Il poeta ucraino scrisse versi in cui affronta il tormento fisico e mentale, il dolore e la disperazione di un profonda ricerca del proprio io, non sganciato dalla realtà che non accettava. Questa condizione di introspezione interiore gli consente di solcare e penetrare nell’oblio dell’anima con una sensibilità che percorre il cammino infinito della conoscenza di sé. E’ la ricerca senza fine di un uomo che vive l’inquietudine insopprimibile ,senza consolazione e sempre in bilico tra la paura della morte fisica e l’ossessionante timore della morte morale. Nel poeta si fronteggiano gli eterni temi della tragedia umana sentendosi sempre diviso su due rive opposte .
La poesia per Stus si espresse in un canto liberatorio che rompe il silenzio e si espande tra il popolo per dirigere l’individuo verso la strada della propria segreta interiorità. I versi sono il riflesso della propria esistenza che ha trascorso nell’amore e nell’odio della madre terra, che poi mostrò il volto del tradimento. Infatti Vasyl Stus morì recluso in un campo di lavoro negli Urali nel 1985 e quattro anni dopo la sua salma venne riportata a Kiev. L’attuale capitale della Ucraina onorò solennemente il poeta che divenne in tal modo il simbolo della lotta per la libertà, dell’indipendenza e dell’autodeterminazione che questa nazione conquistò nel 1991 con un referendum popolare.