40 anni fa veniva ucciso il maresciallo Alfredo Agosta

40 anni fa il maresciallo dei carabinieri Alfredo Agosta venne ucciso da killer mafiosi a Catania e in questi giorni si sono svolte numerose commosse e solenni commemorazioni in ricordo del valoroso militare. Agosta era nativo di Pozzallo e la sua famiglia aveva anche origini nobiliari. Frequentò con dedizione la Scuola Allievi Carabinieri di Torino e dal giugno 1952 fu trasferito presso la Legione dei Carabinieri di Catanzaro per poi essere destinato presso la Stazione dei carabinieri di Melito Porto Salvo dove svolse il servizio fino all’ottobre del 1956 e in questa sua permanenza ebbe modo di conoscere la futura moglie Galerana Catona da cui ha avuto tre figli.
Agosta si migliorò sempre cercando di avanazare nella carriera e vinse il concorso per sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri divenendo nel 1956 vice brigadiere.
Nel 1957 venne assegnato alla Legione Carabinieri di Padova e destinato come Comandante presso la Stazione dei Carabinieri di Venezia dove rimase sino al 1968. Condusse sempre un’attività di servizio con alto senso del dovere e assoluta abnegazione, non risparmiandosi nell’impegno in favore della comunità civile. Per tali meriti nel febbraio del 1967 fu decorato con una medaglia per contribuito attivamente alle operazioni di soccorso in favore della popolazione gravemente danneggiata da una mareggiata avvenuta nel novembre del 1966 a Venezia. Ottenne un’altra onorificenza nel marzo del 1968 quando venne insignito della Croce d’argento per anzianità di servizio militare. Proprio dopo nel dicembre del 1968 chiese ed ottenne l’avvicinamento in Sicilia per motivi familiari presso il Comando Carabinieri per l’Aeronautica in qualità di Comandante della Stazione dei carabinieri della Base Usa di Sigonella. In questo periodo nel marzo del 1969 fu promosso prima a Maresciallo d’Alloggio Ordinario e dopo fu Maresciallo d’Alloggio Capo continuando a comandare la stazione dei carabinieri di Sigonella fino all’aprile del 1975. Presentò un’altra domanda di trasferimento nell’ aprile del 1975 e venne assegnato presso la Legione Carabinieri Messina con destinazione a Catania dove ricoprì l’incarico del Nucleo operativo/informativo. La sua tenace intelligenza e indiscutibile volontà si affinarono e Agosta mostrò in questi ruoli notevoli doti di capacità investigativa ottenendo anche un elogio dal Pretore di Catania Michele Papa per i risultati conseguiti in indagini effettuate sulla scoperta di edificazioni abusive. Nel luglio del 1978, risultò vincitore dell’interpellanza del Ministero di Giustizia – Tribunale di Catania, che prevedeva la copertura di un posto da Maresciallo, e,quindi, venne assegnato all’allora Sezione di Polizia Giudiziaria – Nucleo Carabinieri, ricoprendo anche l’incarico di viceresponsabile.
Nel febbraio del 1979 fu decorato alla Croce d’Oro per anzianità di servizio militare e nel maggio 1981 divenne il Maresciallo maggiore aiutante. Queste brevi note biografiche indicano le notevoli qualità del milite che non devono certamente mettere in secondo piano il fatto che Agosta fu un carabiniere concreto in tempi duri e difficili della lotta alla criminalità organizzata distinguendosi come investigatore molto preparato e assai scrupoloso soprattutto nelle indagini relative alla mafia. Venne il fatidico e drammatico giorno del 18 Marzo del 1982 in cui il maresciallo si trovava per servizio in un bar di Catania mentre incontrava in borghese un suo confidente un commerciante pregiudicato, Rosario Romeo, molto vicino al boss Nitto Santapaola. Nel bar improvvisamente entrarono dei killer che volevano colpire Romeo e cominciarono a sparare uccidendo il maresciallo e lo stesso Romeo. Il maresciallo lasciò la moglie e tre figli allora minorenni , Giovanni, Antonio e Giuseppe.
La città venne messa sotto sopra e gli inquirenti compresero immediatamente che il duplice omicidio era stato organizzato dal gruppo malavitoso dei Ferlito- Pillera per colpire un uomo di fiducia del capo mafia Santapaola . Questi erano gli anni terribili della sanguinaria guerra di mafia per dominare la città etnea.
Alfredo Agosta rimase vittima innocente e generosa della criminalità organizzata come è stato riconosciuto con decreti del Ministero dell’Interno. Nel 1983 venne assegnata alla memoria la “Medaglia d’oro Ordine Pubblico”nell’ambito del Premio Sicurezza e Libertà.
Il ricordo di Agosta è stato tenuto vivo in tutti questi decenni e al maresciallo è stato intitolato l’Ispettorato Regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri Sicilia nonchè la sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Pozzallo, e poi le associazioni anti-racket Paternò e Motta Santa Anastasia. Nel giugno 2013, in occasione del 199º anno della fondazione dell’ Arma dei Carabinieri a Messina ,il Comandante Generale di Corpo d’Armata dell’Arma dei Carabinieri, Generale Ugo Zottin, ha consegnato alla vedova la Medaglia d’Oro al Merito Civile. Riconoscimento ottenuto con decreto del Ministero dell’Interno in 16 aprile 2013.
Il 2 luglio 2013 a cura del Comitato Addiopizzo di Catania si è realizzato un progetto “Un muro contro la mafia”, in cui si sono inaugurati dei murales sul muro che delimita il carcere di Piazza Lanza, tra cui in uno veniva raffigurato il Maresciallo Alfredo Agosta.
Nel giugno del 2019, nel corso della solenne cerimonia di celebrazione del 205º anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri a Palermo è stata consegnata la medaglia al valore dell’Arma dei Carabinieri nelle mani del figlio Antonio, che ha proseguito la carriera del padre divenendo anch’esso maresciallo maggiore dei Carabinieri.