Il sogno infranto di Enrico Mattei

L’ acume e il genio nel campo del gas e del petrolio
In un Paese che si avviava al boom economico operò la gigantesca figura del manager italiano più illustre del mondo, Enrico Mattei, che riuscì a stabilire relazioni economiche vantaggiose e proficue per l’economia italiana. Infatti nel dicembre del 1958 l’Ente Nazionale Idrocarburi Eni stipulò il primo contratto di acquisto di petrolio grezzo dal governo russo in un interscambio con prodotti Eni.
La merce che venne scambiata fu la gomma sintetica, prodotta proprio dallo stabilimento Anic di Ravenna (5mila tonnellate di gomma contro 800mila tonnellate di petrolio).
Successivamente l’anno dopo il contratto venne ampliato e potenziato con forniture raddoppiate: 10mila tonnellate di gomma contro un milione di tonnellate di petrolio greggio e tali accordi vennero sottoscritti proprio nel momento in cui nel 1960 la guerra fredda produceva effetti negativi tra Usa e Urss con tensioni in cui si rischiò la guerra mondiale.
Nonostante ciò Enrico Mattei andò avanti lo stesso partecipando ad organizzare il viaggio del Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, a Mosca che creò sicuramente sconcerto e stupore nella Dc,partito a cui aderiva Mattei, e negli ambienti ecclesiastici.
In questi incontri l’ente statale sovietico per le esportazioni, richiese espressamente all’Eni di partecipare alla costruzione dell’oleodotto Caucaso-Mare del Nord
L’Urss produceva 414mila tonnellate al giorno di petrolio e il governo comunista sovietico si dichiarò disponibile a fornire, in 4 anni, 12milioni di tonnellate di greggio con un interscambio di 50 mila tonnellate di gomma sintetica; 240mila tonnellate di tubi di acciaio per oleodotto, forniti da Finsider; pompe, saracinesche e compressori per oleodotti. Enrico Mattei firmò l’accordo nell’ottobre 1960 con il Ministro per il Commercio estero, Potolicev.
Il greggio russo valeva 0,67 centesimi di dollaro a barile, contro un prezzo di listino di 1,59 dollari a barile.
Tale accordo così vantaggioso consentì all’Eni di abbassare di 2 lire il prezzo della benzina ,tuttavia tale intesa economica così vantaggiosa per l’Italia suscitò reazioni contrariate e negative da parte degli Usa. In un articolo di fuoco il più importante giornale americano il New York Times, nel novembre del 1960, scrisse parole durissime contro il presidente Eni accusandolo”di non mantenere i patti stipulati nel dopoguerra, di avere rotto gli equilibri del mercato dei prodotti petroliferi, scavalcando e danneggiando con la sua egoistica autonomia non solo gli interessi delle grandi Compagnie ma anche di avere compromesso futuri equilibri politici”. Enrico Mattei il 27 ottobre 1962 dopo avere inaugurato uno stabilimento tessile a Gagliano Castelferrato partì dall’aeroporto di Catania con un aereo che scoppiò nel cielo di Bascapè, nel Pavese, a causa di un’esplosione in cui il Presidente dell’Eni trovò la morte insieme al pilota e ad un giornalista americano. Ancora oggi su questa tragedia italiana non si è fatta piena luce e tutto resta avvolta in uno dei tanti misteri irrisolti della storia repubblicana su cui non si è mai voluto indagare a fondo.
In diverse prese di posizioni e interviste Enrico Mattei aspirava a fare uscire l’Italia dal cartello delle sette sorelle, dal controllo che le grandi compagnie americane esercitavano sul mercato dell’energia. Si comprese con chiarezza che Mattei si era spinto troppo in avanti nel tentativo di rompere equilibri consolidati e dopo la sua morte nessuno ha voluto alzare la testa dalla “schiavitù energetica” a cui eravamo e siamo sottoposti.
Enrico Mattei era un uomo di grande genialità e intelligenza che ebbe un coraggio davvero inusitato possedendo una visione d’insieme del sistema che immaginava di modificare con relazioni economiche improntate a limitare l’egemonia degli oligopoli a livello mondiale.
Poco prima della sua morte Mattei avrebbe dovuto incontrare esponenti dell’amministrazione Kennedy per ridisegnare quella mappa energetica mondiale in cui il presidente dell’Eni svolse un ruolo di protagonista sottoscrivendo accordi sia con i paesi arabi sia con l’Urss. E tutto ciò non poteva essere tollerato poiché l’indipendenza energetica significava anche indipendenza economica che si traduceva in prospettiva anche in indipendenza politica.
In poco tempo Mattei aveva portato il gas con le bombole, riuscì a vendere l’idrogeno derivato dal metano alle aziende di fertilizzanti, facendone crollare i prezzi del 70% e permettendo a chiunque di coltivare campi, riuscì ad abbassare anche il prezzo della benzina, mettendo in crisi la Edison e la Montecatini e poi nel 1952 fondò l’Eni che ha trasformato il volto del Paese.
Mattei riuscì a fare rialzare la testa ad un Paese uscito dalla macerie del dopoguerra e si illuse che l’Italia potesse fare da sola,andare avanti sulle proprie gambe, senza dover rendere conto a nessuno. Il suo sognò si infranse tragicamente .