Jack Kerouac, genio e sregolatezza

A cent’anni dalla sua nascita breve ricordo di un mito letterario che non tramonta mai
Un mito geniale e sregolato della letteratura americana è stato Jack Kerouac , scrittore che amò vagabondare secondo uno stile di vita che mutò radicalmente il modo di fare romanzi. Ottenne un successo mondiale con il romanzo On the Road(Sulla strada). Molto criticato dagli scrittori del suo tempo che ne disprezzavano il suo modo di vivere e di scrivere. Ad un secolo dalla nascita Kerouac ha segnato un’epoca divenendo il personaggio capostipite della Beat Generation che ispirò i giovani per decenni marcando una rivoluzione nei costumi che pervase l’America in tutti gli ambiti artistici. Incarnò questa figura di scrittore che si muoveva in autostop per conoscere altri posti superando di gran lunga persino i meriti letterari e venendo tanto imitato nei decenni successivi.
In tal modo Kerouac si avvicinò all’immagine delle star cinematografiche dell’epoca, James Dean e Marlon Brando, incarnando un’ America in profonda trasformazione in cui la sua vita è diventata più celebre dei suoi romanzi. Anche oggi i manoscritti e i suoi cimeli valgono moltissimo e comprati nelle aste a cifre enormi come quelli di qualsiasi star della sua epoca. Ancora oggi si ritrovano inediti che diventano oggetto di dibattitti infiniti. Appare sin troppo ovvio che Kerouc ebbe un influenza enorme sul movimento hippie, sul cinema di quegli anni e su band quali i Beatles e i Doors e poi influenzò su una leggenda della musica d’autore come Bob Dylan. Al di là dei suoi romanzi è un mito che non tramonta mai. Keorouac nacque appunto il 12 marzo del 1922 a Lowell, cittadina del Massachusetts, nel Nord Est industriale degli Stati Uniti . Era un borghese di origine franco canadese con una formazione cattolica e di valori conservatori molto legato alla sua famiglia e alla madre Gabrielle. Quando nel 1947 decise di cominciare a viaggiare in modo disordinato per gli Stati Uniti non mancava mai di scrivere alla madre tantissime lettere di affetto incommensurabili in cui si confidava di tutto e le chiedeva aiuto quando ne aveva bisogno e quando rimaneva senza quattrini manifestando sempre il desiderio di ritornare da lei. Era un rapporto morboso in cui Kerouac venne descritto anche come un povero alcolista assolutamente dipendente dalla madre. Jack raggiunse la celebrità , tuttavia l’alcol divenne un problema insuperabile nonostante i tentativi di disintossicarsi uccidendolo all’età di 47 anni. E’ uno sbaglio collegare comunque questo scrittore alla politica che non lo interessava molto e non può certamente ritenuto vicino alla sinistra anzi si riconobbe molto più nella destra. Emblematico è il suo giudizio sul 1968 non gli piacque e poi altre affermazioni in cui affermò apertamente : “Tifavo per il senatore anticomunista McCarthy in tv, mica per i marxisti della Columbia”. Kerouac era una individualista che osservava il mondo attorno a lui con una curiosità vorace. Con il taccuino infilato nei jeans scriveva prendendo appunti e nel frattempo viaggiava in autostop on the road manifestando questa voglia di libertà espressiva e novità del linguaggio letterario preso a prestito direttamente dai bar, dalle tavole calde e dai locali in cui Kerouac e insieme ai amici trascorreva il tempo sino alle ore piccole ascoltando i grandi musicisti del jazz e del bebop. Batteva a macchina con una furia incontrollata non fermandosi mai sotto l’effetto dell’anfetamina che gli serviva per tenersi vivo e sconfiggere il sonno. E così rispettò in pieno il suo criterio letterario che prevedeva immediatezza, spontaneità e speditezza ai limiti della crudezza genuina senza canoni formali che non gli interessavano affatto ai fini della riuscita del testo. Scriveva sempre con la prima idea che gli passava per la testa in quell’istante e per lui il primo pensiero che viene in mente è quello giusto. Kerouac aveva una visione della vita che si poteva sintetizzare in tal modo come lui stesso ebbe modi di dire: “Una macchina veloce, l’orizzonte lontano e una donna da amare alla fine della strada”. Lawrence Ferlinghetti, poeta e fondatore della libreria City Lights a San Francisco recentemente scomparso nel 2019 a 102 anni che fu amico fraterno di Kerouac testimoniò nella sua biografia la vita semplice e dissipata di Jack ricordandolo “gonfio d’alcool con il fisico di un boscaiolo in camicia scozzese e cappellino da baseball, alla ricerca di tutto e di più in un’America che era già scomparsa quando lui ha cominciato a cercarla”.