L’8 marzo del 2022

L’otto marzo del 2022 non è stata la festa spensierata delle donne, non lo è mai stata, anche quando si scendeva in piazza con le mimose e le gonne colorate. I conflitti, tra gli stati o di guerra civile, dal dopoguerra ad oggi hanno coinvolto le donne palestinesi, le donne hutu del Burundi, le donne algerine, le donne filippine, le donne somale, le donne colombiane, le donne siriane, le donne iraniane, le donne bosniache, le donne del Kossovo, le donne afgane e potremmo continuare. Sono state, e sono, considerate guerre che si consumavano in paesi segnati dalla carenza delle autorità istituzionali, dalla povertà e soprattutto dalla democrazia ancora incompiuta.
Cosa è successo alle donne dello stato dell’Ucraina, che fino ad una settimana fa non era poverissimo, aveva eletto liberamente il suo giovane ed eroico presidente, si trova nel cuore del mondo occidentale partecipando alla sua storia, era dotato di un sistema scolastico e di una rete di strutture sanitarie, aveva le strade ed autostrade asfaltate? Uno stato le cui cittadine e cittadini, nella fatica quotidiana, lavoravano e vivevano in normali abitazioni dotate dei basilari confort dell’acqua potabile e del riscaldamento. E’ successo che di queste persone, impegnate quotidianamente a mantenere una vita quanto più dignitosa possibile, come accade in tutti i paesi democratici e ricchi, un superuomo ha deciso di fare tabula rasa. Da pochi giorni in Ucraina non esiste più una vita normale, adesso i problemi di tutte le donne e di tutti gli uomini non sono più quelli del quotidiano, cosa cucinare a pranzo, chi va a prendere i figli a scuola, e non riguardano neanche la generica ansia, che tutti i genitori del mondo condividono, riguardo il futuro lavorativo delle figlie e dei figli. Adesso il problema è cercare di sopravvivere, di proteggere i propri figli dalle bombe e dalla distruzione. E i bambini, i giovani si ritrovano con genitori costretti ad improvvisarsi militari e combattenti.
Tutto questo accade nel civile e razionale mondo occidentale, un mondo che sembrava avesse ormai acquisito il principio secondo il quale tutti gli stati hanno la responsabilità di tutelare la vita delle persone.
Ammiriamo e ci commuove il coraggio delle donne e degli uomini dell’Ucraina che con la vita stanno difendendo la loro libertà.
Un pensiero e tanto sostegno a tutti loro, e anche a tutti quei popoli – e sono tanti – che stanno vivendo conflitti ai quali viene data meno risonanza mediatica ma che per questo non sono meno crudeli e ingiusti. Si spera l’ 8 marzo del 2023 sia migliore