L’antico vizio del trasformismo

Emblematica la vicenda di Fabrizio Ferrandelli
Provo a dimenticare, almeno per qualche ora, le oscenità della guerra.
In ciò mi aiuta la figura di un palermitano, tale Fabrizio Ferrandelli, metafora tragicomica di quel sottobosco politico ampiamente diffuso nel nostro Paese.
Breve cronaca della sua “discesa in campo”.
Nel 2004, a 24 anni, milita nel Partito Umanista.
Nel 2006 si candida, senza successo, a sostegno di Rita Borsellino, avversaria di Totò Cuffaro per la Presidenza della Regione.
Nel 2008 corre con il candidato sindaco Leoluca Orlando, e viene eletto consigliere comunale.
Poi è un turbinio di passaggi.
I Verdi, Italia dei Valori, Ora Palermo (una sua personale creatura), PD, I Coraggiosi (altra sua creatura) e si avvicina a Totò Cuffaro, Forza Italia, + Europa.
Adesso si candida a sindaco di Palermo sotto le insegne di Azione, il partito di Carlo Calenda.
Fabrizio è ancora giovane, ha solo 41 anni!
A chi gli chiede le ragioni delle sue numerose transumanze, risponde: “Ogni cosa è figlia di un periodo storico!”
Tradotto in altri termini: scelgo, di volta in volta, in base a quanto ritengo mi convenga!
Non so se applichi lo stesso metodo nella vita privata, ma non vorrei essere nei panni di chi intraprende con lui un rapporto affettivo.
Bravo ragazzo, il “Nostro!”