Fedor Dostoevskij,potente e maestoso narratore della fratellanza universale

La terribile guerra in Ucraina scatenata dalla mire espansionistiche di Putin sta provocando morte e distruzione e provoca effetti indesiderati anche nel mondo della cultura. La censura fortunatamente sventata che ha operato l’Università Bicocca di Milano a Fedor Dostoevskij mostra il segno di un tentativo di intolleranza in un luogo di cultura accademica. Al centro vi è il rinvio del corso su Dostoevskij dello scrittore Paolo Nori con una giustificazione e motivazione davvero grottesca.Sarebbe stato un atto grave e immotivato per un locus deputato alla conoscenza e tale posizione di presenta rimozione avrebbe fornito una risposta grottesca e sbagliata all’ultima versione dell’imperialismo russo di stanpo putiniano. Dostoevskij non appartiene solo alla letteratura russa ,bensì è un patrimonio culturale dell’umanità essendo unanimamente uno dei più grandi romanzieri di tutti i tempi, e,quindi, è sin troppo ovvio che censurarlo significava mettere il bavaglio,apporre un velo, nascondere un simbolo mondiale della letteratura universale ed Europea . Lo scrittore russo è stato un formidabile e potente narratore della civiltà umana in un ottocento al tramonto che apriva le porte alla nuova era.
Dostoevskij parla in modo crudo, duro e commovente all’uomo dell’uomo in quanto tale. La sua prosa è universale e trae origine dalla crisi dell’umanesimo pervaso dal dispotismo del potere e dal nichilismo antropologico. D’altronde Dostoevskij è stato colui che nei romanzi ha messo al centro la distruzione dei valori originata dal nichilismo e dall’assenza di Dio che producono oppressione e morte. Romanzi straordinari che hanno segnato la vita di chi li ha letti e che ci spiegano ancora oggi che proprio la violenza insita nell’animo umano favorisce le ragioni della guerra quale rappresentazione più atroce del degrado dell’umanità.
I romanzi di Fëdor Dostoevskij sono una patrimonio mondiale della letturatura e così dopo la levata di scudi del mondo della cultura italiana la rettrice dell’ateneo ci ripensa e decide di rinviare la decisione di rimandare a data da destinarsi il corso su Dostoevskij. La censura contiene in sé i germi illiberali del mortificante fondamento delle dittature e non possiamo farci seppellire anche noi dalla superficialità e dall’intolleranza. La cultura e il popolo russo non c’entrano nulla con la bramosia violenta del potere di chi guida una guerra senza giustificazione alcuna e come tutte guerre assurda e inconcepibile.
Tra l’altro Dostoevskij si è sempre battuto per la libertà di pensiero e di espressione ella sua epoca rischiando di essere fucilato nella Russia degli zar. Oggi l’Ucraina vive un dolore immenso e una sofferenza infinita mettendo al centro l’assurdità delle guerra e certamente non possiamo dimenticare 869 guerre e guerriglie che in questo momento vivono le popolazioni di 70 paesi nel mondo. Ebbene l’umanità tende a dimenticare questi conflitti e mai possiamo abituarci o assuefarci alla violenza delle armi per dirimere i conflitti tra gli Stati. Negli anni del terrorismo la lettura dei “Demoni” ci spiegò meglio di qualsiasi trattato di sociologia contemporanea cosa spingeva alla violenza criminale i nichilisti russi tanto simili nel modo di essere e di pensare agli uomini delle Br.
Se pensiamo a “Delitto e castigo” e alla figura di Raskòl’nikov immaginiamo il percorso che dall’atto criminale conduce al doloroso riscatto dell’anima; oppure con “I fratelli Karamazov” approfondiamo nella nostra mente l’idea del libero arbitrio, della vendetta,dell’amore; con “Memorie dal sottosuolo” ci immergiamo negli abissi malvagi dell’animo umano; mentre con “L’idiota” viene rappresenta la bellezza morale e fisica del vivere e dell’uomo anche in presenza del male e del cinismo.Romanzi stupendi, bellissimi ed indimenticabili
Fëdor Dostoevskij ha messo in luce dove si vede il buio scavando nell’animo dell’essere umano per comprendere gli aliti del pensiero e il movente delle azioni. Oggi al contrario di quel che si pensa per essere migliori e coltivare un ‘umanità pura e virtuosa dobbiamo leggere autori come Dostoevskij. In un tempo caratterizzata da una società sempre più liquida anche nella dimensione dei sentimenti questa attenzione non solo religiosa alla vita spirituale può aiutarci a comprendere la condizione universale dell’uomo. Paolo Nori ci spiega con incredibile efficacia nel suo libro “Sanguina ancora, l’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij”rivela:
“Il senso di leggere Dostoevskij io non lo so, so che Dostoevskij, anche se non lo leggiamo, ci ha detto, nelle cose che ha scritto, come siamo fatti prima ancora che venissimo al mondo (…) e ho avuto, me lo ricordo perfettamente, la sensazione che quella cosa che avevo in mano, quel libro pubblicato centododici anni prima a tremila chilometri di distanza, mi avesse aperto una ferita che non avrebbe smesso tanto presto di sanguinare. Sanguina ancora”.
Nell’opera maestosa e gigantesca di Dostoevskij e nelle esperienze di Raskòl’nikov, Dmitrij, Ivàn, Aleksej e del principe Myškin ,protagonisti dei romanzi del grande russo,esistono i dettagli e le dimensioni di qualsiasi esperienza che viviamo tutti come comuni mortali. Il messaggio più importante lanciato del romanziere è quello della fratellanza universale di cui ogni uomo ha bisogno per vivere in pace con sé e con gli altri.