Maria Montessori: “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”

Maria Montessori, all’ anagrafe Maria Tecla Artemisia Montessori, è stata una pedagogista famosa in tutto il mondo che ha inciso in modo profondo e duraturo per il suo modello educativo nuovo e moderno. Tale metodo che prende il suo nome è stato adottato in migliaia di scuole di tutti gli ordini e gradi di ogni parte del nostro pianeta. E’ stata una figura di eccelsa intelligenza, tra le prime donne che riuscì a laurearsi in medicina nel nostro Paese. E’stata una personalità onnicomprensiva, versatile e poliedrica di educatrice, pedagogista, filosofa, oltre che medico e neuropsichiatra infantile. Marchigiana e appartenente ad una famiglia piccolo borghese di formazione cattolica che si nutrì anche degli ideali risorgimentali. Fu stimolata sin dalla tenera età dai due genitori colti e dotati di grandi interessi. Ad influenzare la giovane Maria fu soprattutto un parente della famiglia, l’abate e naturalista, Antonio Stoppani, anche se la stessa madre ispirò di idee innovative Maria e condizionò le scelte della figlia compensando soprattutto la tendenza al tradizionalismo del padre. Maria si trasferì insieme alla famiglia Roma ed ebbe sin da piccola una vivacità e una vitalità notevole anche se le sue condizioni di salute furono precarie a causa rosalia. Ebbe modo di apprendere la lingua francese e di dedicarsi al pianoforte distinguendosi brillantemente nello studio. Si interessò soprattutto per le materie scientifiche, matematica e biologia ed ebbe conflitti con il padre, il quale voleva che facesse l’insegnante. Al contrario la madre la sostenne con determinazione anche se non fu possibile all’inizio l’iscrizione alla facoltà di Medicina, poiché non era in possesso del diploma di maturità classica. Tuttavia dopo due anni di frequenza nella Facoltà di Scienze si trasferì presso la Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza”di Roma. La Montessori ebbe il merito di capire che la lotta contro le malattie dei bambini quali la malaria e la turbecolosi doveva essere portata avanti dallo Stato in quanto tali malattie allignavano nei quartieri poveri di Roma. Un risultato personale incredibile per l’epoca fu quello di essere stata la terza donna laureata in medicina nell’anno 1896. Quindi si specializzò in neuropsichiatria, dedicandosi alla ricerca in laboratorio, seguendo i corsi di batteriologia e microscopia e il corso di ingegneria sperimentale. Da studentessa laureanda Maria vinse un premio di mille lire dalla Fondazione Rolli per un lavoro in patologia generale e nel 1895 vinse anche un posto di “aggiunto in medicina” degli ospedali con il diritto di entrare nella Società Lancisiana, riservata ai dottori e professori degli ospedali di Roma. Fu una studiosa eccellente e si orientò sempre verso ricerche di tipo sperimentale in laboratorio e di osservazione nelle sale del manicomio dell’ospedale di Santa Maria della Pietà di Monte Mario (Roma). La tesi, che discusse il 10 luglio del 1896, fu di carattere sperimentale: quasi cento pagine scritte a mano che portano il titolo “Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico”.
Ottenne immediatamente la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma, in collaborazione con Giuseppe Ferruccio Montesano con cui fu legata sul piano professionale e affettivo. Si dedicò quindi al recupero dei bambini e delle bambine con problemi psichici che in quel tempo ancora oscurantista venivano definiti “anormali”. Ebbe i primi contatti con il mondo scientifico del Regno Unito e della Francia . Fece degli studi sulla letteratura scientifica francese dell’inizio ottocento che trattavano dei casi di “ragazzi selvaggi”, allevati da animali, e per tali casi si rifece agli esperimenti rieducativi tentati da Jean Marc Itard. Ciò le permise di apprendere i metodi sperimentali di rieducazione dei minorati mentali.
Nel corso del Congresso Femminile di Berlino nel 1896 in veste di rappresentante dell’Italia fece uno storico intervento sul diritto alla parità salariale tra donne e uomini. E partecipò anche al successivo Congresso Femminile di Londra del 1899 .
Divenne direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma e successivamente si laureò anche in Filosofia. Ottenne riconoscimenti e borse di studio impegnandosi insieme a Giuseppe Montesano da cui ebbe un figlio in un accurata ricerca sui bambini ritardati. Successivamente, il rapporto con Montesano si interruppe poiché lo stesso decise di sposarsi con un’altra donna. Nel 1899 aderì alla Società Teosofica di cui fece parte per tanti anni e negli anni della tormentati della seconda guerra mondiale sarà posta in domicilio coatto ad Adyar nella sede internazionale della società, essendo cittadina italiana e quindi di un paese belligerante nemico. Maria Montessori aderì anche alla massoneria e nel 1903 venne nominata Medico Assistente di II Classe nei ruoli del Personale Direttivo della Croce Rossa Italiana, con un grado militare assimilabile a quello di sottotenente. Nel 1904 conseguì la docenza in antropologia occupandosi dell’organizzazione educativa degli asili infantili. Poi nel 1907 a San Lorenzo , aprì la prima Casa dei Bambini applicnando le sue conoscenze innovative di scuola d’infanzia scrivendo “Il metodo della pedagogia scientifica”, e questo testo venne tradotto e tradotto in tutto il mondo con grande entusiasmo.Nel 1913 andò negli Stati Uniti dove il New York Tribune la definì come “the most interesting woman of Europe” (la donna più interessante d’Europa). Cosicchè il suo metodo sarà adottato in tante parte del Nord America . Nel 1960 fu fondata la Società Montessori Americana. In Italia il movimento montessoriano nato dall’esperimento romano porto nel 1924 alla nascita della “Scuola magistrale Montessori” e l'”Opera Nazionale Montessori”. Questa ultima istituzione divenne Ente morale che diffuse la conoscenza, l’attuazione e la tutela del suo metodo. Maria Montessori ne divenne Presidente onoraria.
Maria Montessori non ebbe mai una precisa collocazione politica o ideologica anche se era intrisa di pensiero scientifico e positivista e,quindi, invisa dalla cultura “idealista”. La destra italiana non apprezzava il suo pensiero che tendeva a garantire criteri di uguaglianza e non classi basate su giudizi elitari e competizione continua. All’inizio Maria si avvalse dell’appoggio di Mussolini che mostrò sensibilità al problema dell’analfabetismo affrontato dalle “Case dei Bambini”.
Ben presto però l’apparato dell’istruzione del regime fascista tolse l’appoggio alle idee innovative della Montessori e il direttore generale per il settore educativo,Giuseppe Lombardo Radice che prima si era mostrato a favore del metodo Montessori, accusò la Montessori di aver rubato idee a Rosa e Carolina Agazzi due sorelle bresciane che avevano elaborato un metodo veramente “italiano”. La Montessori venne attaccata dagli varie parti e definita “abile ammaliatrice”, “camuffatrice”, “affarista” . Nonostante ciò la Montessori poté organizzare nel 1926 il primo corso di formazione nazionale che preparava gli insegnanti a seguire il suo metodo. Da un lato vi erano le accuse di poca italianità, mentre Mussolini in persona la sosteneva proprio in virtù della fama internazionale raggiunta che serviva all’immagine dell’Italia fascista. Al punto che lo stesso Mussolini ricoprì addirittura la carica di presidente onorario del corso e donò dal proprio fondo personale un sussidio di lire 10.000 a favore dell’Opera. Il corso si tenne a Milano e durò sei mesi ed ebbe il patrocinio del governo fascista.
Appena finiti i corsi internazionali svolti a Roma nel 1930 e nel 1931 e le conferenze all’estero in particolare quella di Ginevra sulla pace che ebbe risonanza internazionale, si si giunse alla rottura definitiva con il fascismo. Nel 1934 si ordinò la chiusura di tutte le scuole Montessori, sia per adulti che per bambini ,tranne per due o tre classi che vivranno nella semiclandestinità. Lo stesso fece Hitler con le scuole Montessori in Germania e nel 1936 il regime fascista chiuse per ordine del ministro Cesare Maria De Vecchi la Regia scuola triennale del Metodo Montessori, che a Roma preparava i maestri fin dal 1928. La Montessori scrisse un libro che era eloquente “ La pace e l’educazione “ e l’educatrice ormai era marginalizzata dalla cultura fascista.
Nel 1933 Maria e il figlio Mario Montessori si dimisero dall’ Opera Nazionale che verrà chiusa in via definitiva dal fascismo nel 1936, insieme alla Scola di Metodo che operava sin dal 1928. La Montessori abbandonò l’Italia nel 1934.
Cominciò un periodo di viaggi nel mondo per diffondere il proprio pensiero educativo recandosi in India dove venne arrestata allo scoppio del secondo conflitto mondiale , in quanto cittadina di un paese nemico. Fu rilasciata solo nel 1944 e rientrò in Italia nel 1947. Nel dopoguerra profuse un impegno per la ricostruzione dell’Opera Nazionale alla quale vennero affidati praticamente gli stessi compiti previsti dallo statuto del 1924. Maria Jervolino e Salvatore Valitutti,aiutarono la Montessori per riprendere e sviluppare le proprie finalità, valorizzando i principi pedagogici della fondatrice e diffondendo la conoscenza e l’attuazione del Metodo. Si trasferì temporaneamente presso amici nella città di Noordwijk, nei Paesi Bassi nel 1951, e qui venne raggiunta dalla richiesta di un aiuto dal Ghana, Stato di imminente costituzione, per organizzarne l’ordinamento scolastico. Maria Montessori non riuscì portare avanti quest’ultimo progetto. Morì il 6 maggio 1952 a Noordwijk. C’è un epigrafe sulla sua tomba in italiano che oggi mi sembra una frase più che emblematica per i tempi drammatici e bui che stiamo attraversando: “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”.