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Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
Il tempo: la ricchezza per l’umanità
Nuovo quotidiano d’opinione e cultura

Il contenitore dell’anima

Mi appaiono a oltranza

montagne di corpi inermi

odori di guerra

odori di morte.

Rimembro la peste

e penso che anni son trascorsi

tra guerre, malattie e dolori.

Ho un credo, un credo mio,

mi sussurra egli

che esiste un contenitore

dove il bene e il male si mischia

alla gioia e alla sofferenza,

dove grandi e piccoli

muoiono per una stessa ragione.

Ho un credo

non so poi se sia vero quel credo.

Ho un’anima

appartiene essa al contenitore

di tutte le anime del mondo,

osservo quindi le assurde macerie,

osservo poi una sola lacrima

bagna essa tutti i volti del mondo.

Si ode una sirena

non viene questa dal mare,

è antica, era in disuso,

quando una mattina

in un sol secondo

si è dovuta risvegliare

e in ghingheri

ha dovuto annunciare

che in quell’immenso

contenitore di anime

il Buio e la Morte

erano in arrivo.

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Grazia Distefano ha 66 anni è siciliana di Paternò, ma vive a Roma da moltissimi anni. è arrivata alla pensione da poco tempo. Grazia ha due figli: Elisa ed Angelo. Ha perso il marito da pochi anni e per questo scrive, si è dedicata alla poesia, non sa se ci riesce bene, ma in cuor suo lo spera. Scrivere le dona pace. Ha pubblicato diversi libri, ha partecipato a vari concorsi nazionali e internazionali e spesso si è classificata tra i primi tre posti. è stata anche vincitrice in alcuni concorsi, ma non le piace elencare le vincite e le menzioni d'onore ... Grazia è fatta così!!! Chi scrive, di solito, scrive per gli altri, nella speranza di essere letto e di vendere tanti libri, questo non è l'intento di Grazia; al contrario la poetessa quando scrive, rivive momenti di vita vissuta insieme all'amore della sua vita, durato 35 anni. La poesia illumina i momenti oscuri di Grazia, e davanti a una lirica l'anima è come una spogliarellista perché cadono quelle coperture e rimane la nudità dei sentimenti, perché la poesia è lo specchio della vita … così declamava Pierpaolo Pasolini.
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