Magistrati del Csm difendono Gratteri dalle invettive del “Riformista”

Presa di posizione di alcuni componenti togati del Csm del gruppo progressista del Csm per gli attacchi a cui sono sottoposti da settimane in una quotidiana campagna di stampa nei confronti dei magistrati di Catanzaro da parte del giornale “Il riformista”. L’accuse fatte dal giornale sono gravissime: si afferma che i giudici agirebbero per fini personali, di utilizzare mezzi illeciti, di sottoporre a tortura persone innocenti. Secondo i magistrati il diritto di critica non può travalicare in invettive gratuite o in aggressioni personali nei confronti dei colleghi che da anni impegnati nel contrasto al crimine organizzato.Ecco il testo della nota del componenti togati del Csm: “Da alcune settimane è in atto una quotidiana campagna di stampa nei confronti dei magistrati di Catanzaro, che vengono accusati esplicitamente di agire per fini personali, di utilizzare mezzi illeciti, di sottoporre a tortura persone innocenti. Il diritto di critica nei confronti delle iniziative giudiziarie è connotato irrinunciabile del sistema democratico, e può e deve essere esercitato anche in maniera severa, ma non può mai tradursi in invettive gratuite o in aggressioni personali nei confronti di magistrati da anni impegnati nel contrasto al crimine organizzato. Il rischio è quello di delegittimare complessivamente l’azione della magistratura e dello Stato in un territorio difficile come la Calabria, nel quale è fortissima la presenza della criminalità organizzata e la sua capacità di penetrare la società e le istituzioni ad ogni livello. Chiediamo pertanto l’apertura di una pratica a tutela dei magistrati di Catanzaro”. In tal modo i componenti togati del Csm di area progressista Area democratica per la giustizia, Alessandra Dal Moro, Elisabetta Chinaglia, Giuseppe Cascini, Mario Suriano e Ciccio Zaccaro hanno scritto una nota indirizzata al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura . Il riferimento è sei confronti di articoli pubblicati dal quotidiano “Il riformista” dell’ex deputato di Forza Italia Giancarlo Pittelli, accusato di concorso esterno con la ‘ndrangheta e uno dei principali imputati del processo “Rinascita-Scott”. In particolare il giornale aveva espresso critiche durissime contro nla decisione del Tribunale di Vibo Valentia, che ha convertito dalla custodia in carcere ai domiciliari la misura nei confronti di Pittelli, su cui il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e i sostituti Andrea Mancuso ,Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo hanno presentato appello il 22 Febbraio. Il direttore del giornale , Piero Sansonetti, che scriveva un editoriale intitolato: “Gratteri si accanisce contro Pittelli: non gli bastano due anni e mezzo di torture, senza prove lo vuole ancora in prigione”. Questo articolo seconda la sezione di Catanzaro dell’associazione nazionale magistrati rappresentava “un’aggressione verbale violenta nei confronti del procuratore della Repubblica” attraverso “frasi offensive e non veritiere”, insinuando tra l’altro “che esista un collegamento tra la carriera in magistratura del procuratore Nicola Gratteri e la crescita della ‘ndrangheta: con l’obiettivo di delegittimare il lavoro di un magistrato, al contrario, quotidianamente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata”.