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Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
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Pier Paolo Pasolini, eretico e visionario

Pier Paolo Pasolini ha rappresentato la figura di un straordinario intellettuale “disorganico” ,eretico e visionario che con la sua opera assai complessa ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura italiana. Poliedrico e versatile sul piano artistico, la sua esistenza è stata “scandalosa”,  una testimonianza tragica e tempestosa di una religione della libertà. Il poeta friulano ha percorso un itinerario di coraggio anticonformista in un dopo guerra che rinasceva dalle macerie cogliendo le contraddizioni e i dilemmi di una società in profonda trasformazione. Scrittore e poeta innanzitutto aveva in dote nitide intuizioni e un’acutezza icastica, si spostò dalla terra  trattando i temi dell’emarginazione sociale di un’Italia che mutava antropologicamente pelle. I  romanzi, “Ragazzi di vita” e una “Vita violenta” alzano il velo pietoso di una cruenta realtà disconosciuta sulla condizione di marginalità delle periferie romane e sui guasti prodotti dal degrado urbano figlio dell’industrializzazione e del consumismo. Dal mondo della periferia romana trasse ispirazione per immedesimarsi nel dialetto, nella dimensione esistenziale di chi abitava quei luoghi. Due libri pesanti con uno stile poco forbito nel dialetto romanesco in cui il dramma sociale si consumava sotto gli occhi di un narratore che quasi non riusciva a controllare la sua scrittura.  Pasolini esprime con sensibilità e sentimento ai limiti dell’elegia per un passato della civiltà contadina che tramonta non lasciando tracce nella memoria collettiva. Pur non essendo un cantore della vita agreste, rimpiange l’ambiente umano puro e incontaminato che Pasolini non rinviene  nelle classi dominanti e sin  dall’inizio è un narratore sospinto da una tensione  antiborghese borghese , ritenuta una classe sociale intrisa di vizi e corruzioni. Riuscì ad essere un pensatore, l’artista che riflette sul suo tempo ,dedicandosi alla morale collettiva ai costumi sociali di un Paese che privilegia lo sviluppo e non progredisce sul piano civile ed etico. Diviene un intellettuale onnicomprensivo che getta uno sguardo sulla realtà e appare  naturale  per lui produrre poesia, romanzi, teatro, cinema e saggi. Racconta dei luoghi in cui vive divenendo ben presto un protagonista del suo tempo, un personaggio scomodo e irriverente, un polemista che denuncia e alza la voce.  Non si estranea dalla vita pubblica, anzi manifesta un impegno quasi militante verso le sue idee professate mai trascurate. In un Italia bigotta e codina viene portato alla sbarra, processato ,umiliato e minacciato.Diviene in breve tempo un profeta del futuro che vede prima degli gli altri le ombre dell’orizzonte di una Nazione senza verità e ipocrita. Il suo modo di pensare ha influito su generazioni di scrittori e polemisti , ha condizionato profondamente la cultura italiana ispessita dal conformismo e dagli accomodamenti. In qualche modo anche nella sua diversità scandalosa si richiama a Oscar  Wilde. Si commette un errore di prospettiva se si intende  ridurre l’esperienza umana di Pasolini alla sua dimensione omosessuale o ancora peggio farlo passare per un’icona gay , lo scrittore friulano ,invece, è stato un intellettuale unico e irripetibile a tutto tondo nel panorama asfittico e ideologizzato della cultura italiana. Si parla di lirismo sia nei suoi romanzi sia nelle sue poesie, sin dalle opere giovanili e poi ad arrivare alla celebre raccolta delle “Ceneri di Gramsci”, esempio raro e straordinario di poesia civile, assente nel novecento dal contesto letterario italiano. Nel teatro raggiunse l’apice in “Affabulazioni” con Vittorio Gasmann, attore smagliante e poderoso descrivendo la violenza della modernità.

Pasolini saggista ha lasciato un segno indelebile con i suoi articoli e le sue recensioni sin dagli anni sessanta. Diviene un critico fuori dall’accademia e quindi spoglio di qualsiasi formalismo. Brillanti scritti in cui si cimenta in preziose e lucide descrizioni di scrittori e romanzieri. In particolare a metà degli anni settanta  Pasolini divenne un critico della società, un polemista “corsaro” , eretico  negli anni  sul “Corriere della Sera” ,profetico sulle”trame nere” e sui segreti senza verità italiani . Fornisce quasi delle riflessioni sociologiche che fanno scuola: il consumismo che omologa le classi; la scomparsa delle lucciole dalle campagne; la società capitalista che rappresenta il nuovo fascismo; il rifiuto della televisione che immiserisce l’umanità.  Sono articoli potenti, duri ed emozionanti che infiammano il dibattito pubblico e che espongono Pasolini a sentimenti contrapposti tra dileggio e ammirazione. I potenti lo odiano e il popolo lo ignora. Resta famosa la sua poesia su Valle Giulia quando parteggiò per i poliziotti figli di proletari e si schierò contro i contestatori figli dei ricchi borghesi. Non piacque alla sinistra ideologica di quegli anni anche se descrisse una verità inconfutabile, prevalse un giudizio negativo su Pasolini da rifiutare in quanto omosessuale confermato dalla drammatica morte avvolta ancora oggi dal mistero. Pasolini non era un reazionario e neanche un conservatore, era un uomo che ricercava e amava la verità della cose. La sua passione intellettuale si esplicitò non solo per il teatro , ma soprattutto per il cinema   iniziando con sceneggiature e poi cimentandosi come regista con film che hanno fatto la storia del cinema quali Accattone e Mamma Roma che si ispirano ai suoi romanzi. In un altro film celebre “IlVangelo secondo Matteo” rivolse al cristianesimo  l’appello a non dimenticare gli umili e gli oppressi e ai senza Dio di non perdere la spiritualità necessaria linfa dell’umanità. Salò-Sade è un film difficile, duro, forse sgradevole, troppo fuori da ogni schema cinematografico per poter essere da tutti accettato. Però è un film sul fascismo nella dimensione culturale, psicologica, fisica che riguarda l’essere umano. Pasolini si è sempre collocato fuori dall’establishment letterario e intellettuale nazionale anche se coltivò amicizie e affetti con amici/scrittori e artisti. Nella sua opera Pasolini fa un viaggio nell’anima di un Paese facendo luce su vizi e virtù di una società complessa.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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