Loading
Nuovo quotidiano d'opinione e cultura
Il tempo: la ricchezza per l’umanità
Nuovo quotidiano d’opinione e cultura

Gaetano Salvemini: tra meridionalismo e federalismo

Gaetano Salvemini fu una figura di intellettuale geniale e di pensatore originale che si dedicò con grandi risultati dopo la laurea in lettere a studi di storia medievale sotto la guida di Pasquale Villari. Iniziò, quindi, con l’insegnamento di latino in una scuola media a Palermo e successivamente in Storia e Geografia prima a Faenza e poi a Lodi.  

Poi il grande salto di qualità, a solo ventotto anni, ottenne la cattedra di Storia moderna nel 1901 a Messina. Visse qui nel 1908 una drammatica esperienza che ha segnato la sua intera esistenza, quando a seguito del disastroso terremoto che colpi la città dello stretto, perse la moglie, cinque figli e la sorella, riuscendo a salvarsi solo lui, quando aveva appena 35 anni. Dopo cominciò a insegnare all’Università di Pisa e a Firenze, dove ebbe come allievi Carlo Rosselli, Ernesto Rossi e Camillo Berneri.

Maturò l’adesione al Partito Socialista Italiano e fu un fautore appassionato del meridionalismo, scrivendo nella rivista Critica Sociale e sostenendo la necessità di adottare in Italia il suffragio universale e di attuare una struttura di uno Stato federalista e decentrato. Approfondì questi temi per lungo tempo con studi e ricerche ed enucleò le sue idee lottando tenacemente affinché il movimento socialista potesse impegnarsi a risolvere, appunto, l’annosa questione meridionale.

Insistette molto su questo punto spesso avvertendo la necessità di una grande alleanza per lo sviluppo della Nazione tra operai del nord e contadini del sud, proponendo l’abolizione del protezionismo e delle tariffe doganali di Stato, auspicando la formazione di una piccola proprietà contadina che liquidasse definitivamente il latifondo. Furono punti di vista e opinioni che incisero profondamente nei decenni a venire nel dibattito politico ,nonché nelle formazioni delle classi dirigenti.

Salvemini ebbe il coraggio di denunciare con vigore e intransigenza inusitata il malcostume, il malaffare politico dei governi a guida liberale. In particolare addebitò a Giolitti pesanti responsabilità per il dissesto della Banca Romana e, a tal proposito, scrisse un libro famoso con il tiolo: “Il ministro della mala vita” che, poi, fu la definizione che diede di Giolitti. Ebbe scontri dialettici e contrasti interni nel Psi con Filippo Turati e, quindi, uscì dal Partito nel 1911 dopo duri scontri.  

Comunque continuò a portare avanti le sue radicate idee federaliste fondando anche un periodico L’Unità, dove sostenne che le diseguaglianze sociali tra Nord e Sud e, quindi, l’unità del Paese, si sarebbero potuti realizzare con una forte autonomia e un moderno federalismo. Quindi lavorò al progetto di costruire un nuovo partito, meridionalista, socialista negli obiettivi di giustizia sociale e al tempo stesso liberale nel metodo che si battesse contro ogni forma di privilegio e sopruso che denominò la Lega Democratica per il rinnovamento della politica nazionale.

Nella prima guerra mondiale fu su posizioni interventiste poiché si dichiarò nemico degli imperi austro-ungarico e tedesco  che reputò anacronistici e decrepiti, auspicandone la distruzione che avrebbe consentito all’Italia una posizione geopolitica rilevante. Comunque in tal senso si rifece non solo alle correnti dell’interventismo democratico molto presenti in quel momento storico ma anche a quella del presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson, che fu fautore dell’entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco delle potenze dell’Intesa.

Fu eletto deputato nel 1919 e si schierò con durezza contro il fascismo stringendo un legame sempre più intenso e profondo con i fratelli Rosselli ed Ernesto Rossi, che videro in Salvemini un maestro illuminate e con essi maturò una comunanza di ideali.

Si distinse dopo il delitto Matteotti con un dissenso verso il fronte antifascista, non partecipando alla secessione dell’Aventino del 1924. Mentre firmò nel 1925 il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Nel frattempo  animò una rivista clandestina a Firenze “Non Mollare” in cui collaboravano anche i fratelli Rosselli.

Fu arrestato a Roma nel giugno del 1925 e fu processato insieme a Ernesto Rossi ma a seguito di un’amnistia andò in Francia. Nel frattempo i fratelli Roselli a Parigi fondarono il gruppo di Giustizia e Libertà nel 1929 a cui aderirono figure importanti dell’antifascismo italiano tra cui  Emilio Lussu, Alberto Tarchiani, Francesco Fausto Nitti, Alberto Cianca,  Ferruccio Parri, Leone Ginzburg e, quest’ultimi due, furono arrestati e condannati a lunghe pene detentive.

Salvemini, intanto ,si trasferì in Gran Bretagna, dove entrò in polemica per le sue idee con George Bernard Shaw. La svolta da un punto di vista accademico Gaetano Salvemini la ottenne, quando Arthur Meier Schlesinger Sr., presidente del dipartimento di storia dell’Università di Harvard degli Stati Uniti d’America, nel 1929 invitò Gaetano Salvemini a insegnare a Harvard.

Così il prestigio culturale e intellettuale di Salvemini crebbe enormemente e si estese a livello internazionale, al punto che dal 1933 fu membro a pieno titolo del dipartimento, ottenendo una cattedra di storia della civiltà italiana e, successivamente, prese anche la cittadinanza statunitense.

Nel 1943 cominciò a pubblicare diverse importanti opere nelle lezioni Havard e sulle Origini del fascismo in Italia in cui spiegò in modo esaustivo cosa fu il regime di Mussolini con una chiarezza e nitidezza espositiva davvero invidiabile. Infatti per Salvemini l’insegnamento della storia fu il più valido ed efficace strumento di libera educazione civile.

Bisogna sottolineare il rapporto stretto e familiare che Salvemini coltivò con Arthur Schlesinger Jr., che, poi, divenne il celebre redattore dei discorsi elettorali della Nuova Frontiera per John F. Kennedy. Negli anni americani fu in stretto contatto di amicizia con Don Luigi Sturzo, anch’esso esule antifascista, pur con dissensi su diverse posizioni quali per esempio il rappoto tra Stato e Chiesa. Gaetano Salvemini nelle sue lezioni in tutto il mondo si batté con coerenza inflessibile sempre contro il fascismo, il comunismo, il clericalismo e la monarchia italiana.

Nel 1939 fondò la Mazzini Society che ribadì, insieme con un gruppo di aderenti, a Giustizia e Libertà, di repubblicani e antifascisti democratici, tra cui Lionello Venturi, Giuseppe Antonio Borgese, Rodolfo Pacciardi, Michele Cantarella, Aldo Garosci, Carlo Sforza, Alberto Tarchiani e Max Ascoli.

Nel 1949 tornò in Italia e riprese ad insegnare all’Università di Firenze con la solita passione per la lotta politica che fu sempre improntata ad uno spirito laico, scevro da qualsiasi dogmatismo e astrattismo ideologico. Manifestò sempre contro il peso insopportabile della burocrazia statale e del clericalismo nella vita civile.

Si schierò con decisione e senza esitazione contro la  Democrazia Cristiana e i suoi governi definiti reazionari e al Fronte Democratico Popolare. Quindi sostenne la necessità di abrogare il Concordato e i Patti Lateranensi anche se fu amico di Don Sturzo e Carlo Arturo Jemolo e fu un difensore accanito della scuola e dell’istruzione pubblica. Al tempo stesso fu anticomunista convinto e, così, nonostante la sua matrice socialista si oppose al patto del 1948 tra il Psi e il Pci voluto da Nenni eTogliatti. 

Fu un socialista non condizionabile dagli apparati di partito, con tendenze liberal democratiche, contro il soffocante statalismo e il protezionismo economico. Espresse sempre idee molto innovative e si può ben dire che Salvemini fu un grande pensatore del riformismo democratico estremamente moderno che anticipò con lungimiranza le questioni nodali della vita italiana.

Share Article
Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
TOP