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Gli eredi del dott.Stranamore

Gli eredi del dott.Stranamore si preparano a fronteggiarsi in un nuovo scenario di guerra.

Per affermare valori alti, per difendere la libertà e la democrazia, per liberare popoli oppressi? No.

Solo per interessi economici, per il profitto, per la supremazia, per il potere.

Costoro non sono esseri umani, sono trogloditi.

Ai parlamentari e ai governanti italiani, molti dei quali per mero caso e indegnamente eletti rappresentanti del popolo, voglio ricordare l’art.11 della nostra Costituzione.

” L’ Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Tale disposizione ha valore precettivo, pertanto ha natura cogente.

Vero è che lo stesso articolo, nella seconda parte, consente, a condizioni di parità con altri Stati, le limitazioni di sovranità nazionale, ma a condizione che siano finalizzate alla pace ed alla giustizia tra le Nazioni.

A tale proposito tralascio il lungo dibattito che vi è stato, in dottrina e in giurisprudenza, sulla portata e sul significato di tali eventuali limitazioni nel rapporto con il diritto dell’Unione Europea, ma una cosa è certa: il principio fondamentale stabilito dalla prima parte dell’art.11 non consente deroghe.

Pertanto, qualora la follia degli eredi di Stranamore dovesse prevalere, spero non contagi coloro che siedono in Parlamento.

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Laureato in Giurisprudenza nell’ Università di Catania. Avvocato penalista di lunga e consolidata esperienza, patrocinante presso la Suprema Corte di Cassazione e Giurisdizioni Superiori. In particolare modo svolge attività di assistenza e consulenza legale, nonché attività di rappresentanza e difesa in sede contenziosa e stragiudiziale, principalmente nel settore del diritto penale e prevalentemente nelle seguenti materie: Reati contro l’ordine pubblico; Reati contro la Pubblica Amministrazione; Reati contro la persona; Responsabilità medica; Diritto penale del lavoro; Reati contro il patrimonio. E’ stato uno dei fondatori del Movimento La Rete e poi deputato regionale dello stesso gruppo politico all’Assemblea Regionale Siciliana per due legislature. E’ un animatore e un attivista dell’impegno antimafia a Catania in Sicilia e si è distinto nell’attività professionale difendendo molti collaboratori di giustizia che hanno reciso i legami con Cosa Nostra.
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