Tra ombre

La chiara domenica si scioglie;
odore di vento viene dai vicoli
che a tratti svelano il fresco del mare.
“Ma certo” — mi fa –, “inganno
è il tempo: un niente. E’ l’alibi forse,
il beneficio di darsi una ragione.
E intanto ti fai passato: un’ombra
che trascina i suoi ricordi”.
A passi svelti, discordi nel meriggio,
a precederci, a inseguirci come un gioco,
la smania di ferirci, il gesto pronto:
“E’ inutile” – le rispondo, “basterebbe
lo sguardo che scruta oltre le cose,
il tuffo di tenerezza a mescolarle,
a dire loro: addio, care! Addio!…”.
Nel nitido raro di quest’ora in città,
non è il fragore nel viale a sorprenderci.
E’ l’improvviso specchiarci negli occhi
degli altri, l’urto casuale d’un braccio
nella folla, il dirsi così, sopra pensiero:
“Fra poco ripasserò dove mi trovo
a raccattare la mia ombra offesa”.