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La vita di Francesco Forte ispirò Carlo di “Petrolio”

Francesco Forte è stato un grande economista italiano, recentemente scomparso e a distanza di tanti anni si viene a scoprire che la sua vita è stata presa ad ispirazione nell’ultimo romanzo non completato di Pier Paolo Pasolini “Petrolio”. Forte fece una carriera brillante e prodigiosa  entrando quasi subito in Eni e raggiunse in breve tempo la vicepresidenza. Fece scandalo il fatto che si rifiutò di firmare  il bilancio dell’Ente ,infarcito di opacità e  zone oscure, in quanto sembrava costruito per creare fondi neri all’estero. Intanto l’economista aveva una preparazione di grande livello ed ereditò la cattedra a Torino di Luigi Einaudi. Forte si distinse come un uomo straordinario, generoso, onesto, nonché assai spiritoso sempre fedele a valori morali alti e ad antiche amicizie. Negli anni settanta fu certamente un editorialista ascoltato e apprezzato favorevole all’economia sociale di mercato che non è esattamente il più popolare dei temi della vulgata del welfare come spesa da elargire  senza sé e senza ma. Ottenne l’insegnamento negli Stati Uniti e  militò nel  Psi anche se mantenne un’autonomia e un profilo di studioso, lontano dalla partitocrazia. Si riconobbero  le grandi doti e divenne  Ministro delle Finanze. E ritornando all’esistenza di Francesco Forte pochi sanno che proprio Pier Paolo Pasolini scelse Francesco Forte quale fonte di ispirazione di Carlo, il protagonista di Petrolio, che è l’ultimo capolavoro incompiuto  del grande scrittore friulano e che venne pubblicato postumo dopo la sua tragica e ancora oggi misteriosa uccisione all’idroscalo di Ostia.  Forte era ben consapevole del fatto che Pasolini aveva messo dentro il suo romanzo più di un riferimento autobiografico e ,comunque, non pubblicizzò  mai tutto ciò poiché non riteneva che fosse un episodio poi così rilevante nella sua vita. Dal suo punto di vista, neppure si può dargli torto. Mentre dal punto di vista letterario  la notizia ha una grande rilevanza in quanto  Pasolini lo scelse proprio  dopo aver letto un articolo della rivista “Il tempo” quando Francesco  Forte  coraggiosamente non firmò il bilancio dell’ Eni poiché era troppo oscuro. Nel  dattiloscritto di Petrolio, composto da migliaia di pagine, viene appuntato  in maiuscolo il cognome Forte con accanto la data dello scontro che lo vide protagonista sui giornali dell’epoca. Una sorta di promemoria scritto che confermano l’ispirazione di dettagli della vita dell’economista anche se Forte  ha sempre negato decisamente di aver conosciuto lo scrittore. Tuttavia ci sono troppe note della vita di Forte che pochi conoscevano da spiegare e non si è riusciti a capire la conoscenza che Pasolini aveva di alcuni fatti della vita dell’economista  e qualcuno ha ipotizzato che ci possa essere stato un incontro. Per esempio la nonna del personaggio Carlo produceva una bevanda alcolica solo per i famigliari e anche la nonna di Forte aveva la stessa passione. Sembra singolare che lo scrittore conoscesse dettagli  di questa natura senza che ci fosse stato un contatto tra i due. Probabilmente il mistero è risolto poichè Forte e Pasolini avevano un amico comune, un altro personalità della cerchia di amicizie dell’economista  con il quale non aveva mai tagliato i legami. Si trattava dello psichiatra Elvio Fachinelli, che a quanto pare diede a Pasolini anche le informazioni su Eugenio Cefis, prima braccio destro e poi successore di Enrico Mattei alla presidenza dell’Eni.

In questa rete di rapporti del collegio in cui Forte  studiò  vi erano insigni letterati come Giampaolo Dossena e avvocati come Guido Rossi. Psichiatri come Elvio Fachinelli e sociologi come Francesco Alberoni. E proveniva da questo ambiente colto e borghese anche la moglie del professore, l’amatissima Carmen Cignoli a cui Forte era profondamente legato e con cui condivise sessantacinque anni di vita insieme.

Nonostante questa sua dimensione di grande economista e studioso Forte viene ricordato da chi lo ha conosciuto come un uomo assai umile nel relazionarsi e capace di ascoltare gli altri con attenzione. Una personalità colta che  era un pozzo senza fondo di notizie, spunti, avventure di cui ti metteva al corrente come niente fosse. Ora si conferma che ha ispirato anche il romanzo di Pier Paolo Pasolini di cui si celebra il centenario della nascita.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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