S’ode ancora il mare

Quasi parlava l’aria dei vicoli
strisciando a seccare le reti
raccontava di fame e salsedine
di pomelie odorose ai balconi
e di case dai muri scrostati
dov’erano segnati i conti
e i pianti per i salpati
per tutti quelli persi
per quelli arresi e mai partiti.
Ora, sotto l’occhio assonnato del faro,
la strada s’apre al porto nuovo
sulla pittura fresca
sui metalli cromati in ostensione.
Ma una voce sempre uguale
come un salmo riempie la notte
per le strade s’ode ancora il mare.