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L’ipocrisia integralista degli “atei devoti”

L’intervista televisiva di Papa Francesco, a prescindere da alcuni commenti superficiali che allontanano dalla sostanza dei temi affrontati, merita un approfondimento.

Mi sono già soffermato sul rischio del clericalismo nella Chiesa evidenziato dal Papa, e adesso mi chiedo perché egli venga osteggiato, talora aspramente, da alcuni esponenti del clero e della gerarchia ecclesiastica.

E, fatto assolutamente anomalo, da alcuni c.d. “atei devoti” su determinati organi di stampa.

Credo che la spiegazione sia una: il timore che emerga e si affermi, con forza, la carica perennemente rivoluzionaria del messaggio cristiano.

” Tacere e sopire” sulla dirompente portata del Vangelo, direbbe il Manzoni.

La conservazione giova al mantenimento delle posizioni di potere e dei privilegi mondani.

A tale scopo è funzionale, in alcuni ambienti, sia dentro che fuori la Chiesa, la posizione dell’integrismo.

Esso è la scelta di essere una realtà parallela, senza possibilità d’incontro con la concretezza della vicenda umana.

Un regno metastorico!

Gli integristi, di qualunque genere, sono come dei cavalieri erranti alla ricerca di un ideale inesistente.

Talora, purtroppo, sono travolti dalla voglia di applicare le regole e le strutture del loro regno parallelo al mutevole regno storico dell’uomo.

E, compulsivamente accecati, corrono la tentazione di sfoderare la spada, e non solo in modo simbolico.

E provocano quelle dolorose ondate di fanatismo che costituiscono i venti nefasti della Storia.

Bisogna comprendere, invece, che, a dispetto di quanto si pensi, il genere umano si è fatto più adulto.

E che un cristiano adulto è colui che riesce ad entrare in sintonia con le mutevoli tappe della realtà.

Ed accettare che la vera Chiesa di Cristo è quella “profetica”, cioè dotata di intelligenza della Storia.

Questo è il percorso delineato da Francesco.

E solo tale percorso, profondamente laico, consente di camminare assieme agli altri esseri umani di buona volontà, a prescindere dalla loro fede.

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Laureato in Giurisprudenza nell’ Università di Catania. Avvocato penalista di lunga e consolidata esperienza, patrocinante presso la Suprema Corte di Cassazione e Giurisdizioni Superiori. In particolare modo svolge attività di assistenza e consulenza legale, nonché attività di rappresentanza e difesa in sede contenziosa e stragiudiziale, principalmente nel settore del diritto penale e prevalentemente nelle seguenti materie: Reati contro l’ordine pubblico; Reati contro la Pubblica Amministrazione; Reati contro la persona; Responsabilità medica; Diritto penale del lavoro; Reati contro il patrimonio. E’ stato uno dei fondatori del Movimento La Rete e poi deputato regionale dello stesso gruppo politico all’Assemblea Regionale Siciliana per due legislature. E’ un animatore e un attivista dell’impegno antimafia a Catania in Sicilia e si è distinto nell’attività professionale difendendo molti collaboratori di giustizia che hanno reciso i legami con Cosa Nostra.
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