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Il futuro nero delle pensioni per i giovani

Un dato sempre più preoccupante emerge per i giovani dal nostro Paese: in Italia  l’età pensionabile aumenterà di più nei prossimi anni rispetto agli altri stati europei. Questa la stima rilevata dall’Ocse ha radici in diversi  fattori. In gran parte dipenderà dal grado e dalla durata della crisi economica . Dunque si prevede che nel nostro Paese si passerà con un aumento di 9 anni e  da una media di 61 anni si raggiungerà una di 71.

Questi dati emergono dal report dell’Ocse “Pensions at a glance 2021“, che rileva in Europa un aumento dell‘età pensionabile superiore a 2 anni nel prossimo futuro. Il mondo giovanile ancora una volta pagherà il prezzo più alvo e subirà un nocumento davvero pesante, mentre  gli anziani /pensionati anche se colpiti nella salute piano pandemico sono stati tutelati meglio in Europa dal punto di vista  economico. Infatti si è registrato una difesa degli assegni pensionistici che sono stati sostenuti da misure e aiuti statali dal sistema del welfare. 

Per i giovani la crisi del covid ha prodotto effetti devastanti e in special modo per coloro che sono “precari” sul piano lavorativo  con retribuzioni assai basse e assoluta instabilità dell’ attività lavorativa svolta in  un contesto di insicurezza sanitaria. Vi è una previsione  della Fondazione OpenPolis che ha provveduto ad elaborare i dati Osce  in cui si è valutato che si aggraveranno le condizioni del mondo del lavoro, che si aggiungeranno al notevole  invecchiamento della popolazione nonché  alla crisi causata dalla pandemia. E tutti questi elementi incideranno in maniera significativa sui sistemi pensionistici dei Paesi europei proprio con uno svantaggio dei più giovani.

Ormai è certo che i giovani andranno in pensione più tardi e con assegni più ridotti e si invertirà la tendenza che si stava consolidando tra 2008 e 2020, quando appunto vi era stata una crescita della quota di Pil dei vari Paesi UE dedicata ai pensionati. Per quanto riguarda l’ Italia si è passato dal 4,4% nel 2010 al 9,8% nel 2020 e questa cifra per l’Ocse, potrebbe crescere ulteriormente, fino al 15,6%. E i dati in Italia mostrano che un pensionato guadagna quanto un lavoratore. 

Nell’ambito dell’Unione Europea l’Italia è il secondo Paese che per  entità delle pensioni e del reddito dei lavoratori più anziani rispetto al reddito medio nazionale ed è preceduta solo  dal Lussemburgo, dove mediamente le persone di più di 65 anni guadagnano il 107,8% del reddito medio della popolazione totale. In tal senso l’ Italia si attesta invece al 100%,che significa che un pensionato guadagna quanto un lavoratore medio. Mentre i tutti gli altri Paesi che fanno parte dell’Ocse il dato è inferiore che ,comunque , non scende al di sotto del 67% registrato da Lettonia e Estonia.  Ora  il futuro potrebbe invece prevedere un pesante mutamento di prospettive, con l’invecchiamento della popolazione e i possibili effetti sociali ed economici a lungo termine della pandemia che è destinata a colpire molto duramente le pensioni dei giovani, ritardandole ancora di più. 

E proprio tra i 27 Stati Ue  19 registreranno in futuro  uno slittamento in avanti dell’età pensionabile. Poi per esempio  la Danimarca dove attualmente si può andare in pensione a iniziare dai 65 anni e mezzo , l’età pensionabile nel futuro raggiungerà i 74 anni che risulterebbe il dato più alto d’Europa. Tornando al nostro Paese la pensione è ottenibile già a partire dai 62 anni, però,  secondo le previsioni dell’Ocse questa cifra potrebbe salire a 71 anni. Ci sono anche Paesi come l’ Irlanda, il Lussemburgo, la Polonia, la Spagna, la Svezia, Cipro e la Slovenia dove invece non si registreranno probabilmente differenze.  La politica non parla di questo argomento spinoso e tuttavia presto le classi dirigenti saranno chiamati ad affrontare il tema altrimenti insieme all’età pensionabile cresceranno anche le tensioni sociali.

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Rosario Sorace, nasce a Giarre il 13 maggio 1958;nel 1972, a 14 anni, inizia un intenso impegno politico e sociale. A soli 25 anni diventa segretario regionale dei giovani socialisti in Sicilia e dopo due anni, nel 1985, viene eletto al Consiglio Comunale di Giarre. Successivamente, viene eletto al Consiglio Provinciale di Catania dove svolge la carica di Assessore allo Sviluppo Economico. Nel 1991 viene eletto Segretario della Federazione Provinciale del PSI di Catania. Nel contempo consegue la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Catania in cui oggi svolge il servizio in qualità di funzionario di Biblioteca del Dipartimento di Scienze Chimiche. È giornalista pubblicista. Collabora dal 2018 con i giornali on line IENE SICULE, SIKELIAN, IL CORRIERE DI SICILIA e AVANTI LIVE. È un grande di lettore di prosa e scrittore di poesie.
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